Era la metà di Marzo quando l'olanda aveva respinto il vento populista del PVV, il partito anti UE e contro l'Islam guidato da Geert Wilders, che si era fermato a 20 seggi e aveva lasciato campo libero alla vittoria di Mark Rutte. Il leader del Vvd, partito di centrodestra con ispirazione liberaldemocratica, poteva contare su 33 seggi ma gliene servivano altri 43 per raggiungere la maggioranza necessaria per la formazione del nuovo esecutivo. La felicità e l'entusiasmo degli europeisti, però, si sta scemando di giorno in giorno viste le difficoltà incontrate da Rutte per trovare un'intesa con gli alleati.

Le urne avevano delineato un possibile asse con CDA, il partito democristiano del paese, e D66, movimento liberale di centrosinistra, visto che entrambi avevano ottenuto 19 seggi. Facendo due calcoli veloci a Rutte sarebbero mancati solo 5 voti per ottenere la maggioranza e formare il nuovo governo. L'occhio si è rivolto subito alla sinistra verde olandese, Groenlinks, che con 14 seggi in Parlamento rappresenterebbe l'alleato ideale per una maggioranza stabile.

In stallo il mondo politico olandese

Due mesi di trattative, di avvicinamenti, di ammiccamenti ma niente di concreto. L'Olanda si ritrova ancora senza governo e l'asse dei quattro partiti creato da Rutte sembra non reggere, soprattutto vista la spaccatura che si è creata sul tema immigrazione.

Ad annunciare lo strappo che appare insanabile è stata Edith Schippers, esponente del Vvd e ministro della Salute, del Welfare e dello Sport dal 2010, anno in cui per la prima volta Mark Rutte è diventato primo ministro olandese.

La Schippers ha dichiarato: "Le differenze sono semplicemente troppo grandi. L'immigrazione è stato un tema discusso a lungo discusso.

Abbiamo provato di tutto per rendere più piccolo il divario, ma non ha funzionato". Tutti i leader che hanno provato a trovare un accordo si sono detti dispiaciuti, mentre è apparso soddisfatto il leader del partito anti-UE (PVV) Geert Wilders.

A questo punto appare probabile una riapertura dei negoziati per trovare nuovi possibili alleati che conducano alla formazione del nuovo esecutivo.

Il Partito Socialista potrebbe garantire un appoggio che varrebbe 14 seggi, mentre sono 9 quelli del Partito del Lavoro. L'eventuale uscita di Groenlinks dalle trattative potrebbe portare Vvd, CDA e D66 ad approcciare con CU, l'unione cristiana, che però conta solo 5 seggi in Parlamento e che quindi potrebbe garantire una maggioranza risicatissima al primo ministro ad interim Mark Rutte.