Il Pd (Partito Democratico) propone come legge elettorale il modello tedesco corretto, che prevede l'assegnazione dei seggi al 50% con sistema proporzionale e al 50% con sistema maggioritario. Per quanto riguarda la soglia di sbarramento, questa sarebbe portata al 5%. Questi, quindi, sarebbero i principi cardine del Verdinellum, proposto dal partito di Matteo Renzi.

Cosa ne pensano gli altri?

Subito dopo l'incontro tra il presidente della commissione Affari Costituzionali - nonché relatore della legge elettorale - Andrea Mazziotti e il Pd, sono iniziati i lavori della commissione, durante i quali è stato presentato il testo base.

La proposta del Partito Democratico ha trovato l'appoggio della Lega Nord, che considera il Verdinellum simile al Mattarellum e, di conseguenza, ritiene che possa andare bene. "Può andare" ha detto il deputato della Lega Giancarlo Giorgetti, in commissione Affari costituzionali alla Camera, durante il dibattito sulla legge.

Il Movimento 5 Stelle, invece, ha criticato la proposta del Pd, definita confusionaria da Danilo Toninelli nel corso del confronto.

L'idea avanzata dal Partito Democratico risuona come un chiaro "no" alla proposta avanzata da Forza Italia, che prevedeva una sorta di Italicum bis corretto (legge 52/2015 che prevede un sistema proporzionale con premio di maggioranza, clausola di sbarramento e voto di preferenza).

Il portavoce del Pd, Matteo Richetti, ha scritto su Twitter che preferenze e sistema maggioritario devono essere messe da parte e che, con il suo suggerimento, Berlusconi vuole un altro Porcellum (legge 270/2005 che prevede liste bloccate, preventiva indicazione del capo della coalizione, clausola di sbarramento e premio di maggioranza.

Su questa normativa, la Corte di Cassazione ha sollevato dei dubbi riguardo la legittimità di alcune sue parti, e la Corte Costituzionale con la sent. 1/2014 le ha accolte).

Tra l'altro, solo poco tempo prima, proprio Silvio Berlusconi aveva reso noti i criteri necessari, secondo Forza Italia, per andare al voto, cioè:

  • Serve una legge elettorale che permetta una giusta corrispondenza tra la rappresentanza in Parlamento e il voto espresso dagli elettori (quindi serve astenersi da correttivi maggioritari).
  • Tra Camera dei Deputati e Senato servono leggi coerenti e affini tra loro (consiglio dato più volte anche dal Capo dello Stato).
  • È necessario che il rapporto fra elettori ed eletti sia garantito attraverso strumenti che siano quanto più chiari ed efficienti possibile, scongiurando il ricorso al voto di preferenza.