La data referendaria comunicata dal governatore della regione (Roberto Maroni) è fissata. Il prossimo 22 ottobre i cittadini lombardi, contestualmente a quelli veneti, saranno chiamati alle urne per esprimere o negare la propria voglia di autonomia. Questo è il testo che si troveranno davanti i cittadini nel segreto della propria cabina elettorale: "Volete voi che la Regione Lombardia, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma della Costituzione?"

Le reali implicazioni referendum

Va da subito premesso che il quesito che i cittadini troveranno sulla scheda non chiederà dunque la secessione della regione, ma bensì la mera concessione di una maggiore autonomia dallo Stato centrale, guardando al modello delle regioni a statuto speciale e ponendo queste come obbiettivo finale.

Tuttavia però la tipologia di referendum qui utilizzato è quello di tipo consultivo, previsto e disciplinato dall’art.52 dello Statuto Lombardo, i cui effetti e intenti sono limitatamente utili a misurare la voglia di autonomia popolare, senza però vincolare i promotori referendari ad una qualsivoglia iniziativa legislativa lineare con l’espressioni di voto raccolte.

La fase post voto

Infatti se il risultato delle urne dovesse propendere per una vittoria del Sì, successivamente si potrà andare incontro, se vi sarà la volontà politica, ad una stagione di riforme legislative che dovranno necessariamente passare dal Parlamento. Il quale sarà chiamato - in questo caso - su iniziativa della Lombardia, sentiti gli enti locali e nel rispetto dell’ autonomia finanziaria di entrata e di spesa, ad esprimersi con votazione a maggioranza assoluta se demandare talune materie alla competenza regionale.

Quali potrebbero essere le nuove materie dell'autonomia lombarda?

Nello specifico, se l’iter visto sopra avrà la forza di giungere a compimento, la regione Lombardia potrebbe legiferare nelle materie previste nell’art.117 Cost. alle lettere l), n), s), circa la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, oltreché su norme generali sull’istruzione e sulle giurisdizioni.

Senza inoltre dimenticare quanto previsto dal comma III di detto articolo, che potrebbe conferire competenza regionale alla formazione degli atti normativi comunitari all’attuazione e all’esecuzione degli accordi internazionali.

Perciò all’esito della votazione sarà interessante conoscere l’idea maggioritaria dell’opinione pubblica, ma sarà ancor più interessante scoprire, quanto realmente la politica sarà in grado di uniformarsi al volere comune del cittadino, l’unico vero soggetto a cui la Repubblica dovrebbe rimanere asservita.