“Cosa ne penso della proposta Fiano? …ma cosa vuole che pensi…”, la conversazione telefonica si apre con la rassegnazione di Giorgio Frassineti: non tanto per una delle tante domande che da giorni lo assillano sulla legge contro l’apologia di fascismo. Quanto, più che altro, per non essere stato coinvolto in una proposta legislativa simile.

Predappio: meta turistica grazie a Mussolini

“Se passerà anche al Senato dovrà essere applicata: ma il problema è un altro. Bisogna fare investimenti sulla cultura e sull’informazione, i divieti non bastano”.

La cittadina che ogni anno è presa d’assalto da migliaia di turisti – italiani e stranieri – potrebbe subire un duro colpo da una legge che ha un forte retrogusto liberticida. I negozi che vendono gadget su Mussolini e il Fascismo chiuderanno? Le realtà commerciali che vivono soprattutto di questa particolare forma di turismo subiranno un duro colpo? “La gente non viene per comprare nei negozi, ma proprio perché è il paese natale di Mussolini. Come lei sa sono del Pd, appartengo allo stesso partito di Fiano – osserva Frassineti – Eppure…”. Eppure, secondo il sindaco di Predappio, sembra che una legge simile, una volta approvata anche in Senato, vada nella direzione opposta a quella che lui ha provato a intraprendere.

Proprio il sindaco di Predappio, città che nel 1883 vide la nascita del “Duce d’Italia e Fondatore dell’Impero”, nei mesi scorsi ha lanciato l’idea della realizzazione di un Museo del Fascismo.

Frassineti: "Quello sul Fascismo non sarà un Museo"

“Più che un museo, sarà un centro studi” precisa Frassineti. Ah, bene: ma in un’Italia dove per troppi anni è stata taciuta la tragedia delle Foibe, nascosta dai libri di scuola, chi si occuperà di dirigere questo Centro studi sul Fascismo?

“Le polemiche sul rischio avanzato da molti storici si scioglieranno come neve al sole dal momento che a dirigere il Centro studi sarà l’Istituto Parri”. A questo punto i dubbi, invece che diminuire, aumentano dal momento che – come si legge sul sito – “l'Istituto per la storia e le memorie del Novecento Parri E-R è sorto nel 1963, nel solco e come articolazione regionale dell' Insmli (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia), la sua prima denominazione era infatti Deputazione per l'Emilia e la Romagna per la storia del movimento della Resistenza e della guerra di Liberazione”.

A che punto è il progetto del Centro studi? “Sono stati stanziati 2 milioni: 1 milione dalla Regione; 500mila euro stanziati dalla Cassa di Risparmio di Forlì e altri 500 mila dal Comune. Sono previsti due stralci funzionali per arrivare alla realizzazione: all’incirca siamo a metà strada”. Quando parla del Centro studi, il sindaco di Predappio sembra quasi agitarsi: “In Germania hanno realizzato un museo sul Nazismo dove una volta c’era la sede del partito nazionalsocialista: non capisco perché in Italia siamo sempre indietro”. Tra le obiezioni al progetto, Frassineti denuncia che spesso si sente dire “Non è il momento storico per un progetto simile”, oppure “Si può fare, ma non proprio a Predappio”.

“E in quale altro posto si deve fare?” si chiede polemicamente il sindaco. L’obiettivo del Centro studi, secondo Frassineti, è quello di evitare che le persone, una volta uscite, si rechino nei negozi per acquistare i gadget fascisti”.

Frassineti: "Attenti alla proposta di Fiano"

“Con il progetto del Centro studi vogliamo sbattere in faccia alle persone cosa è stato il Fascismo: un fenomeno illiberale” sostiene Frassineti. Ma impedire di avere in casa oggetti di un’epoca storica, come sancisce la proposta Fiano, non è anch’esso illiberale? “Mah… non so che dirle. Credo che il compito fondamentale sia educare. Ma bisogna stare attenti a una proposta legislativa come quella di Fiano. Occorre storicizzare un periodo storico come il Fascismo, non creare contrapposizioni antitetiche. Con movimenti come Casapound e Forza Nuova che non hanno seguito, il rischio è quello di estremizzare una destra liberale”.