In occasione della Festa nazionale di Sinistra Italiana in corso a Reggio Emilia, questo giovedì 21 settembre è intervenuto Nichi Vendola, il quale è tornato a parlare in pubblico dopo diversi mesi di assenza. Vediamo le parti salienti di quanto ha detto.
Vendola parla di migranti e attacca Minniti
Nella prima parte dell'intervento Nichi Vendola ha parlato di Europa e di migranti, affermando fra le altre cose: "Oggi la BCE ci dice che la fragile ripresa economica ha due agenti fondamentali: le donne e i migranti. L'Europa è un continente vecchio in crisi demografica, la stessa Confindustria è spaventata dal possibile blocco dell'arrivo di migranti.
Noi ci sentiamo aggrediti da parte di popoli che sono in realtà aggrediti mille volte. 'Aiutiamoli a casa loro' viene detto da parte di un Occidente che continua a espropriarli e li spoglia delle loro risorse, ma questo è un alibi perché il Mediterraneo diventi una barriera alle migrazioni. Come si fa a essere sinistra se non si dice la verità sullo stato del mondo?"
Vendola non ha risparmiato alcune stoccate alla gestione dei flussi di profughi da parte del Governo Italiano: "Una parte del riformismo mondiale ha pensato che in campagna elettorale si fa la sinistra ma quando poi si governa si fa la destra perbene. Io non riesco a capire l'operato di Minniti e del Governo Gentiloni sui migranti.
L'idea di diventare un po' razzisti e di accettare il terreno della Lega per contrastare un razzismo tracimante non è affatto una cosa di sinistra. Minniti ha rotto la rete delle regole della sinistra e non mi sembra che ciò fermi le destre".
Vendola: 'Il centrosinistra di ieri è parte dei problemi di oggi'
Ma la parte cruciale dell'intervento dell'ex governatore pugliese è stata quella in cui ha parlato della sinistra di oggi: "La lotta Politica oggi viene fatta sul terreno della semplificazione, mentre dovrebbe dare alle persone gli strumenti per decifrare la complessità della realtà.
Se la sinistra finisce dentro la rubrica dell'Italietta della politica diventa solo una variante evanescente di quella roba là. Se ci guardiamo attorno la sinistra senza popolo è il nostro problema: la crisi della politica è un'espressione che non capisco, in tale contesto infatti la destar è a proprio agio, il problema è invece la crisi della sinistra e dei suoi valori.
Abbiamo bisogno di un impegno umile di ascolto e di ricostruzione. Serve la coscienza di classe, come si diceva un tempo, e una politica vista come pedagogia e principio di incivilimento".
E poi entrando nel merito del dibattito di questi mesi, Vendola ha detto: "Se uno mette in campo la formula del centrosinistra come la panacea di tutti i mali rischia di non comprendere la profondità della crisi che ha a che fare anche col centrosinistra di cui abbiamo fatto parte. L'Unione Europea oggi mostra tutta la propria fragilità e inconsistenza democratica ha a che fare anche con quel centrosinistra degli anni Novanta. Io ricordo il fascino della narrazione di Romano Prodi, ma lì vi è qualcosa che ha a che fare con la crisi di oggi.
Non basta rievocare un passato fatto di gloria e meriti che però ha a che fare con la crisi del presente. Il Pd è diventato un OGM che parla una lingua ibrida e antitetica a quella della sinistra. E' insopportabile la storia della sinistra last minute di chi in campagna elettorale cerca di recuperare lo charme della sinistra. Renzi teorizza il superamento della dialettica destra-sinistra. Non è solo un incidente di percorso il fatto che Renzi nell'esperienza di Governo ha realizzato a pieno il programma che Berlusconi non era riuscito mettere in pratica. Non lo dico per fare polemica, tanto meno con Pisapia. Ma si deve cogliere il carattere organico delle scelte del Governo Renzi che ha offerto lo scalpo ai poteri forti.
Io non ho speranza di avere un punto di riferimento di un possibile cambiamento. Sono felicemente militante di Sinistra Italiana per una ragione: la cosa più importante è tenere la barra dritta, dobbiamo avere una bussola e una direzione di marcia. Ricostruire una forza politica di sinistra ha a che fare con la ricostruzione di un pensiero e di un lessico di sinistra. Il punto di partenza è l'autonomia intellettuale rispetto al pensiero dominante, senza di essa non vi è sinistra".
Vendola parla del ruolo di Pisapia, di D'Alema e dei rapporti fra SI e MDP
Vendola ha anche lanciato una dura stoccata verso Giuliano Pisapia che vuol allearsi col PD: "E' come se mi dicessero che per vivere ti devi suicidare.
A chi è stato eletto in parlamento con Rifondazione Comunista ed è diventato sindaco di Milano con SEL contro il centrosinistra delle nomenclature vorrei consigliare un po' di umiltà nel rapporto con questi mondi. Giuliano mi pare molto generoso soprattutto verso se' stesso".
Sui rapporti con D'Alema e con MDP, Nichi Vendola ha detto: "D'Alema è geniale quando sta all'opposizione, mentre quando è vincente e va al Governo in lui ha il sopravvento una certa sicumera e arroganza. Però lui è stato bravissimo durante il Referendum. Non possiamo avere risentimenti, abbiamo troppo bisogno di appassionare un popolo e non di fare un ping pong polemico sul passato. Io credo che il processo politico con MDP andrà avanti più speditamente di quanto crediamo, perché è un dovere per il paese, non per noi stessi.
Io parlo da militante di base e sono contento ogni giorno da quanto vedo fare da Nicola Fratoianni, il quale ostinatamente cerca di portare la sinistra fuori dal politicismo. Lo incoraggio a fare altri passi avanti per una costruzione anche elettorale, ma che non può durare se non pensa a fare egemonia e non fa chiarezza sull'economia, sul lavoro, sulla formazione e sul perché delle proprie sconfitte".
'Ecco perché Italia Bene Comune non ha vinto nel 2013'
Vendola ha anche parlato della stagione che va dal 2011 al 2013: "Abbiamo sottovalutato la reazione dell'avversario, la nascita del Governo Monti fu una reazione all'Italia che voleva riaprire la partita e voltare pagina radicalmente. Vi fu il rinvio delle primarie, fatte tardivamente in quella che era già un'altra fase: io accettai la candidatura perché era nella prospettiva di quel centrosinistra ma era già finita l'OPA di SEL sul PD.
E poi vi fu l'uccisione di Italia Bene Comune, con l'incombenza del fantasma di Monti che da più parti veniva dato come possibile ministro nel nostro Governo. Io mi recavo settimanalmente nell'ufficio di Pierluigi Bersani per metterlo in guardia e lui mi rispondeva: 'Stai tranquillo, siamo 15 punti percentuali avanti in tutti i sondaggi'. C'era già nel PD una reazione all'idea che il destino di tale partito fosse quello di svoltare a sinistra: si è giocato al suicidio e le cose sono andate abbastanza male. Direi a D'Alema e Bersani di non dimenticare il veleno chiamato real politik che tante volte ci ha fatto svegliare in un'Italia peggiore".
Vendola parla della propria assenza dalla politica, della paternità e della sua voglia di tornare attivo
Vendola ha chiuso parlando di se' stesso: "Ho 45 anni di militanza politica, sono stato eletto in Parlamento 5 volte e poi 2 volte in Regione. Poi mi sono fermato per riposare perché ho fatto la scelta seria della paternità: essere padre non part time lo ritengo un dovere assoluto e sto imparando giorno per giorno un mestiere meraviglioso e difficile. Ho voluto disintossicarmi per non avere nostalgia del Transatlatico parlamentare. Volevo essere una persona felice anche fuori dalla prima linea della vita pubblica: fra poco il mio bimbo andrà all'asilo. Devo dire che soffro molto per le cose che vedo e per il mio silenzio. Da stasera lentamente vorrei tornare a dire qualche parola ed essere a fianco del mio partito".