In questa estate ormai quasi giunta verso la fine ci sono stati numerosi dibattiti nella sinistra politica in vista delle prossime Elezioni politiche, in particolare vi sono stati diversi confronti che hanno messo di fronte tre leader di altrettante formazioni, ovvero Pippo Civati di Possibile, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e Roberto Speranza di MDP. I tre si sono trovati frequentemente sullo stesso palco in occasione di varie feste politiche in giro per la Penisola, concordando sulla necessità di costruire un'unica lista verso le prossime elezioni.
L'ultimo confronto in tal senso si è avuto questo 11 settembre in occasione della festa di Articolo Uno - MDP a Padova, vediamo le parti salienti di quello che hanno detto i tre dirigenti politici.
Civati: 'Folle avere più liste a sinistra, ora processo democratico. E su Cuperlo...'
Pippi Civati, leader di Possibile, ha detto: "Bisogna offrire qualcosa di diverso, che sia sicuramente a sinistra ma che provi a cambiare il quadro politico che conosciamo: un quadro disarmante, di persone che fanno molta polemica e non sanno offrire una prospettiva al paese. Noi non vogliamo solo unirci ma cambiare il modo di fare politica e di concepire il governo dell'Italia. Sarebbe folle pensare che ci siano più liste a sinistra, immaginando noi tre candidati in tre liste diverse alle elezioni, così come che non ci sia la volontà di confrontarci per un programma di governo.
Noi ci candidiamo non tanto per partecipare ma per prendere un voto più degli altri: puntiamo a costruire qualcosa che ambisca a fare un risultato clamoroso e inaspettato e su questo si deve lavorare con spirito di collaborazione. Noi dobbiamo dimostrare che si può aprire un processo davvero democratico, con la partecipazione degli attivisti e non con le decisioni di noi leaders.
Sono convinto che questa cosa vada fatta e credo che occorra parlare di come va fatta concretamente, di quali sono i prossimi passaggi e di come possiamo coinvolgere le persone. Si deve partire con un percorso coraggioso che parli di cose molto concrete da fare. Non parliamo di Alfano, ma di progressività fiscale, di efficienza energetica, di investimenti su scuola e ricerca.
Noi vogliamo un'Italia più ricca. Non credo ci sia bisogno di spiegare perché non ci alleiamo con questo o con quello, basta guardare i contenuti. Dobbiamo rischiare tutto e far saltare il meccanismo delle candidature bloccate, anche se ciò comportasse il rischio che i vari leaders possano non ritrovarsi in Parlamento dopo le elezioni. Poi userei lo slogan "Salvate il soldato Cuperlo": difficilmente Gianni sarà candidato dal Pd di Renzi, potrebbe venire con noi in una grande sinistra e giocarsela con le preferenze. Se non facciamo una lista tutti insieme saremmo dei pazzi furiosi".
Fratoianni: 'Avere più liste di sinistra sarebbe sciagurato e insensato: discutiamo anche con PRC e Pisapia'
Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, ha detto: "La sinistra si divide quando parla di politicismi e di cose astratte, si divide quando discute su chi è più di sinistra o più di centrosinistra o più di Governo rispetto all'altro.
Io penso che andare alle elezioni con più liste alla sinistra del PD sarebbe una scelta sciagurata e insensata: dobbiamo fare di tutto per evitarlo mettendoci fatica e intelligenza. Smettiamo di immaginare che il perimetro possa essere definito sulla base di chissà quale alchimia. Il perimetro si decide sulla base di quello che vogliamo fare insieme, ad esempio mettendo al primo posto la messa in sicurezza del Paese sul piano idrogeologico, come pure il tema dei diritti, del lavoro e della lotta alla diseguaglianza. Una sinistra moderna oggi deve porre il tema della riduzione del tempo del lavoro e della ridistribuzione del reddito e della ricchezza. Ora dobbiamo mettere quelle che sono le nostre diverse esperienze, culture e linguaggi, facendo di queste diversità una ricchezza.
Non possiamo permetterci di continuare ad aspettare, nessuno lo capirebbe e sarebbe solo colpa nostra: ora diamo il segnale di un forte unità ma anche di un percorso che, insieme a un popolo ritrovato, costruisca una speranza di alternativa per questo paese. Ricordo che il 18 giugno al Brancaccio in tanti ci siamo trovati per provare a costruire uno spazio largo e condiviso, poi il il 1° luglio un'altra manifestazione ha indicato la necessità di creare un percorso largo e plurale: ecco, in questo autunno non possiamo permetterci di ripartire così, magari indicando due diversi appuntamenti che procedono su terreni paralleli. Evitiamo tavoli chiusi, ma creiamo meccanismi partecipativi che cedano sovranità, per dare vita a uno spazio più ampio.
Credo che non dobbiamo avere nessun elemento preventivo di esclusione. Se una volta tutti noi tre, ma anche Montanari, i compagni di Rifondazione e naturalmente pure Pisapia ci trovassimo dentro una stanza potremmo provare a vedere quali cose condividiamo, vedendo se esse sono alternative al quadro politico esistente: farlo non ci farebbe male e se alla fine di quella riunione indicassimo un percorso unitario sarebbe un bel segnale".
Speranza: 'Entro l'autunno costruiamo una grande sovranità democratica e popolare in cui scegliere nome e al simbolo'
Roberto Speranza, uno dei leader di Articolo Uno - MDP, ha detto: "Abbiamo sulle nostre spalle una grossa responsabilità: quello che è un gioco vale molto di più che un gruppo dirigente e le nostre sigle, ma ha a che fare con una storia e con la possibilità che in Italia ci sia un'alternativa.
Sarebbe irresponsabile non dare un'alternativa agli italiani: oggi in campo ci sono Salvini e Berlusconi, c'è Grillo e ci sono Renzi e il PD che purtroppo hanno smarrito una strada; noi dobbiamo dare una sola alternativa che sia forte e credibile. Il processo è più grande di noi: la sinistra nel mondo è nata per battersi contro le diseguaglianze e proprio oggi appare debole e senza parole. Dobbiamo mettere in campo una proposta radicale per costruire un nuovo sogno possibile di Governo. Dobbiamo assumere un impegno che parte dal fatto che non basta ciò che ad oggi è in campo: ciascuno di noi (MDP, Sinistra Italiana e Possibile) non basta a sé stessa. Non dobbiamo avere paura di metterci in discussione.
L'alternativa che dobbiamo fare non è una piccola somma di sigle ma una grande alternativa di Governo: chiamiamo il nostro popolo a darci una mano, perché non basta una stretta di mano fra tre persone ma serve una sovranità che parta dal basso. Entro l'autunno dobbiamo costruire una grande e nuova sovranità democratica e popolare in cui chiamiamo la nostra gente a scegliere le priorità politiche e le persone che le porteranno avanti, oltre al nome e al simbolo che andrà presentato. Nelle prossime ore dobbiamo lavorare per creare una sola popolare e aperta alternativa al quadro politico attuale".