Dopo il discusso "Rosatellum", la nuova legge elettorale approvata tra le polemiche, resta ancora in sospeso la questione legata allo "Ius soli". Il ministro dell'interno Marco minniti ha parlato dal palco del museo di Pietrarsa, in provincia di Napoli, soffermandosi proprio sulla discussa normativa non ancora approvata dal governo. Secondo Minniti, lo "Ius soli" non è una legge sull'immigrazione ma sull'integrazione, due concetti completamente diversi. Inoltre, con una certa decisione ha sostenuto che un grande partito è chiamato a battersi per leggi di principi, decidendo e convincendo.

A queste parole ha fatto seguito un applauso del segretario Pd Matteo Renzi, seduto in prima fila.

Non solo "Ius soli" però, nel discorso del Ministro dell'Interno, che in un altro passaggio del suo intervento ha parlato anche di politica e immigrazione. "Abbiamo avviato una nuova fase di politiche dell’immigrazione", ha precisato, evidenziando anche come sia necessario sconfiggere l'illegalità per avere la forza di parlare al popolo italiano.

Per Minniti, il PD non deve parlare solo a chi già ne condivide le idee, ma anche a chi la pensa diversamente. Il Partito Democratico, tuttavia, al momento non riesce a superare questo limite, vissuto come una sorta di paura, una di quelle sensazioni che spesso spingono chi ne è coinvolto a non ammetterle, nemmeno con il proprio vicino di casa.

Il PD però è un grande partito popolare, e secondo il politico calabrese deve stare vicino a chi ha paura, differenziandosi così dai partiti populisti.

Lo Ius soli, una legge discussa

Ma cos'è veramente lo "Ius soli?". L'attuale legge sulla cittadinanza in voga dal 1992 prevede un unico modo per poter acquisire questo diritto.

Denominata "ius sanguinis" (diritto di sangue in latino), la normativa stabilisce che un bambino può ottenere la cittadinanza solo se almeno uno dei due genitori è italiano. Invece un minore nato in territorio italiano ma figlio di genitori non italiani, può richiedere la cittadinanza solo al compimento del diciottesimo anno di età, e solo se ha risieduto in Italia senza alcuna interruzione.

La nuova legge, invece, si propone di introdurre due aspetti innovativi: il primo è lo "Ius soli" (diritto legato al territorio), in base al quale chi nasce in Italia può ottenere automaticamente la cittadinanza. Il secondo criterio, "Ius culturae" (dal latino, diritto legato all'istruzione) permette di chiedere la cittadinanza italiana ai minori stranieri arrivati entro i 12 anni, che hanno frequentato le scuole italiane per almeno 5 anni, superando perlomeno un ciclo scolastico. Lo "Ius soli" è in vigore in quasi tutti i paesi del Nord America tra cui Stati Uniti, Canada e alcuni Stati dell'America Latina.