Perché Luigi Di Maio ha deciso di annullare la prevista sfida tv del 7 novembre con Matteo Renzi, da lui stesso invocata solo pochi giorni fa? Secondo quanto scritto da lui stesso questa mattina sul suo profilo Facebook, è il risultato delle elezioni regionali in Sicilia, che ha visto la netta sconfitta del Pd, ad aver reso il partito di Renzi “politicamente defunto”. Inutile, dunque, presentarsi ad un confronto tv con un avversario che, al momento, non sa nemmeno se resterà alla guida del partito. Opposta, naturalmente, la lettura data dal partito del Nazareno al clamoroso dietrofront del candidato premier M5S.
Sia il segretario Renzi che il presidente Matteo Orfini lo accusano, in pratica, di essere un vigliacco, di avere paura. Ma secondo molti addetti ai lavori, tra i quali Peter Gomez (Fatto Quotidiano) e Alessandro De Angelis (Huffingon Post), Di Maio avrebbe fatto bene i suoi calcoli.
Le ragioni di Di Maio secondo Gomez e De Angelis
Il direttore del Fatto Quotidiano, versione online, Peter Gomez - ospite insieme al collega De Angelis della trasmissione pomeridiana di La7 Tagadà, diretta da Tiziana Panella - ha premesso chiaramente che Luigi di Maio ha la responsabilità politica di aver fatto un passo indietro sulla sfida tv con Renzi, perché un politico, questa la sua visione, non dovrebbe mai venir meno alla parola data.
Detto questo, però, la decisione in sé, alla luce di quanto avvenuto in Sicilia con la pesante sconfitta patita dal modello renziano di Pd, non poteva essere a suo parere più giusta. Il duello tv non avrebbe fatto altro che offrire al segretario Dem, già messo sulla graticola anche dai compagni di partito, l’occasione per sviare l’attenzione mediatica dal ‘caso Sicilia’, oltre che dalla sconfitta nel municipio romano di Ostia.
Tesi appoggiata anche da Alessandro De Angelis, perché non si sarebbe parlato d’altro che della sfida tv, mettendo invece da parte il tema scottante del tracollo Pd. Comunque sia, ha concluso Gomez, i cittadini scorderanno “entro tre giorni” il passo falso di stile compiuto da Di Maio.
La versione Pd: M5S in crisi, di Maio ha paura del confronto
Di tutt’altro parere si dimostrano i diretti interessati del Pd. Il primo a reagire è Matteo Renzi in persona con un lungo e livoroso post pubblicato sul solito social network. Il segretario Dem prima ricorda di avere accettato di buon grado tutte le condizioni poste da Di Maio (ospiti martedì 7 novembre di Giovanni Floris sulla ‘nemica’ La7), e poi, senza troppi giri di parole, accusa: “Oggi Di Maio scappa”. Segue una serie infinita di considerazioni ai limiti dell’insulto contro il suo avversario e l’annuncio che lui a DiMartedì ci sarà. A mettere ulteriore fuoco alle polveri ci pensa poi il presidente del partito Matteo Orfini parlando di “scusa ridicola”. La tesi di Orfini è che, siccome le cose per il M5S “vanno male” (sconfitta in Sicilia, perdita di voti a Ostia, ‘casi’ Raggi e Appendino), a Di Maio non conviene presentarsi in tv.