L'Africa, questa sconosciuta: è difficile che parlando di Stati e Staterelli africani qualcuno sia esperto dei vari leader politici, che tra l'altro cambiano con molta facilità viste le guerre, le tensioni e i golpe, ma la Liberia fa eccezione perché il nome di uno degli attuali candidati, ormai arrivato alle soglie della presidenza, è conosciutissimo in tutta Europa, per non dire in tutto il Mondo. Si tratta del grande calciatore Weah che ha cominciato in sordina ad interessarsi della politica del suo Paese ed è riuscito a sbaragliare quasi tutti gli avversari, arrivando adesso al ballottaggio che si terrà il prossimo 26 dicembre.

L'altro nome è per noi un illustre sconosciuto, pur essendo l' ex Vicepresidente Joseph Boakai.

La data è stata stabilita dalla Corte Suprema del Paese dopo un ricorso fatto da un altro dei candidati che aveva ventilato la presenza di troppe interferenze e irregolarità nelle elezioni, ricorso che è stato respinto, decidendo quindi la data del ballottaggio tra i due candidati migliori.

George Weah, un campione in trasferta

Classe 1966, il calciatore dal nome quasi improponibile di George Tawlon Manneh Oppong Ousman Weah è per noi legato indissolubilmente al Milan di cui è stato indimenticabile attaccante dal 1995 al 2000: ha vestito però le maglie di altre squadre prestigiosissime quali il Paris Saint-Germain, il Chelsea o il Manchester City.

Nel 1999 fu definito - calciatore africano del secolo - , nel 1996 fu Pallone d'Oro e FIFA World Player, collezionando una miriade di altri premi.

Ritiratosi e appese le scarpe al chiodo nel 2002, ha scelto di tornare nella sua patria, dando sfogo alla sua passione per la politica che non aveva mai nascosto. Si è subito impegnato nelle attività umanitarie lottando contro i problemi quasi endemici della sua Terra e già nel 2004 aveva tentato le elezioni presidenziali, senza però riuscirci.

Eletto al Senato nel 2014, già nel 2016 ha dichiarato di voler tentare nuovamente di diventare presidente della Liberia.

Il suo volto spicca dai manifesti, insieme alla moglie quasi irriconoscibile per chi ha in mente il calciatore in maglia rosso-nera: viso rotondo, quasi pelato ma comunque rasato a zero, barba corta brizzolata, occhiali da intellettuale, ricorda più un professore universitario in conferenza che un calciatore.

E' da sempre esponente del CdC, cioè della Coalizione per il cambiamento Democratico.

Liberia, stato anomalo

Come Weah è indissolubilmente legato al Milan, la Liberia è sinonimo di USA perché proprio in quel paese nacque nell'800: nel 1816, si pensò infatti di far tornare poco per volta gli schiavi negri all'Africa da cui erano stati strappati, questo non per un atto di umanitarismo, ma per il semplice motivo che essi non erano desiderati come cittadini liberi in Usa. Il primo nucleo abitativo si ebbe nel 1821: il nome dello Stato fu Liberia per ricordare la libertà - concessa - . La capitale venne chiamata Monrovia in onore del presidente americano di allora che aveva favorito il progetto, Monroe.

Nel corso dell'800 e poi del '900, nel Paese si svilupparono due gruppi: i discendenti degli schiavi liberati e tornati dagli Usa, che erano al potere (gli Americo-Liberiani) e la maggioranza della popolazione ritenuta inferiore dal piccolo gruppo al comando, cosa che rese il paese instabile con parecchie guerre civili durate a tratti dal 1989 al 2003. Dal 2005 la Liberia ha raggiunto una maggior stabilità con l'elezione del Presidente Ellen Johnson-Sirleaf, tra l'altro la prima donna ad essere capo di Stato in Africa. Ora tocca a Weah.