Le liste elettorali con i nomi dei candidati alle prossime Elezioni politiche del 4 marzo sono state chiuse ufficialmente meno di 48 ore fa, nella serata di lunedì 29 gennaio. Tra le migliaia di aspiranti ad un seggio in parlamento c’è anche, come da tradizione italiana, un buon numero di personaggi che risultano indagati per diversi tipi di reati. Le persone messe sotto inchiesta dalle procure di tutto il Paese sono talmente tante che risulta necessario dividere regione per regione il loro elenco, Oggi cominciamo con i collegi del Sud Italia.

Campania, da Piero De Luca a Luigi Cesaro

Per quanto riguarda il Sud dello Stivale, la regione che probabilmente presenta i nomi degli indagati più ‘eccellenti’ nelle liste elettorali è la Campania del governatore Pd Vincenzo De Luca. E proprio il figlio de ‘o governatore’, Piero De Luca, candidato alla Camera nel collegio uninominale di Salerno e nel listino plurinominale di Caserta, risulta imputato per bancarotta fraudolenta (caso Ifil). Restando in quota Pd, il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro è indagato per tentata concussione e voto di scambio (Ospedale Rummo). Anche Francesco Alfieri, noto come ‘Franco’, ex sindaco di Agropoli (quello delle fritture di pesce) e attuale capo staff di De Luca padre, è imputato di omissione in atti di ufficio per aver favorito, sostiene l’accusa, un clan di ‘zingari’.

Eva Avossa è imputata per abuso d’ufficio (Crescent e altri appalti a Salerno), Nicola Marrazzo per peculato (Rimborsopoli regionale) e Angelo D’Agostino risulta rinviato a giudizio a Roma per le presunte tangenti Axsoa. Passando ai rivali di Forza Italia, Luigi Cesaro, detto ‘a purpetta’, è indagato per voto di scambio e minacce aggravate dal metodo camorristico.

Nunzia De Girolamo è imputata per associazione a delinquere (Asl di Benevento). Flora Beneduce indagata per voto di scambio alle regionali 2015. Domenico De Siano imputato per corruzione(appalti a Ischia). Pietro Foglia, rinviato a giudizio (Rimborsopoli). A chiudere la lista della Campania troviamo anche un candidato di LeU, Giancarlo Giordano, imputato per abuso d’ufficio (bonifica Isochimica).

Sicilia

Passando ad esaminare la situazione indagati nelle liste elettorali in Sicilia, spicca il nome di Antonio D’Alì, l’esponente di Forza Italia accusato di rapporti con la mafia. Andrea Mineo, figlio di Franco, fedelissimo del plenipotenziario azzurro in Trinacria Gianfranco Miccichè, condannato per intestazione fittizia di beni in favore di Cosa Nostra e anche per peculato, è noto per aver definito “figli di pulla” i collaboratori di giustizia. Giuseppe Lombardo, nipote dell’ex governatore Raffaele, non è indagato ma, oltre alle indagini sullo zio, il padre Angelo è imputato per mafia. Già condannata a 1 anno e 6 mesi anche Urania Giulia Papatheu. L’ex deputato regionale Fabio Mancuso ha scontato gli arresti domiciliari nel 2011 per associazione a delinquere.

L’Udc può invece schierare Ester Bonafede, indagata a Firenze per un appalto Anas. Anche i Verdi vantano un indagato: l’ex M5S Claudia Mannino (firme false).

Calabria

Anche in Calabria a comandare la classifica degli indagati nelle liste elettorali c’è Forza Italia. Per Antonio Daffinà la procura di Vibo Valentia ha chiesto il rinvio a giudizio per turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio e truffa aggravata (fondi ex Gescal). Anche Pino Gentile, fratello dell’ex sottosegretario Tonino, risulta imputato. Così come Mimmo Tallini (abuso d’ufficio). Francesco Cannizzaro risulta iscritto nel registro degli indagati (inchiesta Alchemia). Passando al Pd, sono indagati Ferdinando Aiello, Brunello Censore e Antonio Scalzo.

La Lega di Salvini, sbarcata anche in Calabria, annovera tra le sue file Domenico Furgiuele, segretario regionale con precedenti di polizia risalenti al 2007. Infine, l’esponete di Fratelli d’Italia, Massimo Ripepi, ha ricevuto un ammonimento orale dal questore nel 2016 per stalking.

Puglia e Sardegna

In Puglia, il nome di spicco è quello di Raffaele Fitto, fondatore di Noi con l’Italia, indagato per peculato nella gestione di un appalto da 198 milioni di euro. Nelle liste elettorali Pd, invece, troviamo Francesco Spina, indagato a Trani per abuso d’ufficio e falso. Liberi e Uguali schiera Gabriele Abaterusso, prescritto in un processo per una presunta truffa all’Inps dopo la condanna in primo grado e già condannato in secondo grado per bancarotta (anullata in Cassazione).

Trasferendoci in Sardegna, infine, Forza Italia può vantare come candidato indagato Ugo Cappellacci, l’ex governatore imputato per abuso d’ufficio nell’inchiesta sulla P3 e condannato in primo grado a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta. Nel centrodestra c’è anche l’ex Dc Giorgio Oppi, accusato di svariati reati nel processo sul cosiddetto ‘sistema Igea’. Il Pd schiera Gavino Manca e Silvio Lai, accusati di peculato aggravato per la gestione dei fondi destinati ai gruppi del parlamento regionale.