Nel mese di novembre nel municipio decimo di Roma ci sono state le elezioni per il rinnovo delle cariche circoscrizionali. Il municipio, da anni a guida PD, fu commissariato per infiltrazioni mafiose e così in solitudine il municipio del litorale romano è tornato alle urne. Da quelle elezioni ne risultò un risultato inaspettato dal panorama politico nazionale, il movimento di "estrema destra" Casapound ottenne il 9% dei consensi, eleggendo così un consigliere.

Le foto con gli Spada

In quel periodo le polemiche su Casapound sono state tantissime, alcuni giornalisti hanno trovato delle foto che ritraevano il candidato capolista per CPI, Luca Marsella, in compagnia di Roberto Spada, esponente di spicco del clan omonimo.

In realtà quella fotografia è stata scattata durante una festa in piazza, in quartiere difficile, dove Casapound insieme alla palestra di Spada, avevano organizzato l'evento. Si è poi scoperto successivamente che eventi ricreativi a ostia con quella palestra li facevano anche gli altri partiti, addirittura patrocinati dal comune di Roma. Chi invece sembra molto più coinvolto con il clan Spada è il candidato M5S Emanuele Dessì, immortalato in un video mentre balla con un componente del clan e si vanta su Facebook di picchiare i romeni.

Ma sembra che non sia finita qui, il candidato grillino risulterebbe intestatario di una casa popolare dal Comune di Frascati, dove è stato anche consigliere, dove paga un affitto irrisorio: 7,75 Euro al mese.

Il Movimento 5 Stelle è in subbuglio, le accuse contro il loro esponente sono incontrovertibili e molto gravi. "La foto con Spada non è importante, anche il ministro Delrio ne ha una in compagnia di un pugile della stessa famiglia" dice Di Battista, scordandosi però che il M5S attaccò Casapound quando nella foto c'era Luca Marsella.

Ora però l'empasse più grande per i grillini è giustificare l'affitto irrisorio, ottenuto nello stesso comune dove era consigliere (e dove percepiva uno stipendio).

La mancata trasparenza sulla casa

Secondo un'inchiesta di Repubblica non è chiaro come la casa di proprietà dell'Ater sia finita in mano sua, dalle dichiarazioni fiscali del candidato risulta un reddito 0.

Cosa strana dal momento che Dessì risulta essere amministratore di una società di traslochi e istruttore di pugilato; approfondendo Repubblica ha scoperto che il contratto di affitto popolare in realtà è stato assegnato alla nonna che viveva con la madre del candidato, poi passato direttamente a lui come se si trattasse di un bene privato.