Continua il nostro viaggio tra i partiti ed i movimenti presenti alle prossime Elezioni politiche del 4 marzo 2018. Questa volta a rispondere alle nostre cinque domande si è presentato Stefano Parisi, fondatore di "Energie per L'Italia" e candidato alla Presidenza della Regione Lazio. Il leader del partito politico di stampo liberista, ci delucida su alcuni argomenti, quali: sanità, politica estera ed economia.

Elezioni 2018: l'intervista integrale a Stefano Parisi

Energie per l'Italia poteva essere un valido sostegno per Berlusconi ed invece...

Invece è un pilastro essenziale per la battaglia nel Lazio e per restituire la regione al buon governo del centrodestra.

Siamo preparati e concreti. Con noi il Lazio potrà tornare una grande regione, una terra della quale essere orgogliosi.

All'interno della coalizione di centrodestra uno degli argomenti preferiti è la Flat Tax. Secondo lei questa riforma sulla tassazione creerebbe ulteriore diseguaglianza tra ceti?

La Flat Tax è una proposta che Energie per l’Italia ha rielaborato con l’Istituto Bruno Leoni e con il professor Nicola Rossi. L’aliquota unica al 25% porta con sé due vantaggi: in primo luogo riduce sensibilmente il carico fiscale verso cittadini e imprese, costituendo così un vero incentivo alla creazione di ricchezza; in più, rappresenterebbe una grande semplificazione del sistema fiscale italiano che oggi è uno dei più oscuri d’Europa.

Per rispondere alla sua domanda, un’aliquota unica non aumenta le diseguaglianze tra ceti, ma anzi, dà l’opportunità a chi lavora e produce di poter godere a pieno del frutto del proprio lavoro. La Flat tax è uno dei mezzi per mettere in moto finalmente l’ascensore sociale, qualcosa che nel nostro Paese è per troppo tempo mancato.

Oltre ai problemi economici, siamo vittime di un sistema sanitario disastrato: ospedali sporchi, attese bibliche e personale medico più volte negligente. Cosa si deve fare?

Ci vuole una grande opera di riorganizzazione. Mancano presidi medici territoriali che alleggeriscano il carico degli ospedali e dei pronto soccorso che hanno un costo esorbitante Per l'incapacità della politica hanno finito per fare quello che non dovevano e ne soffrono.

Zingaretti poi ha fronteggiato il piano di rientro sanitario tagliando diecimila tra medici e infermieri e non investendo. Così oggi il Lazio è l’ultima regione di Italia per le liste di attesa, secondo le statistiche ci vogliono quasi novanta giorni per avere un esame che altre regioni riescono a garantire in dieci. In più non è neanche uscito dall’emergenza conti, ma bisognerà aspettare il 31 dicembre del 2018. Quello che bisogna fare per migliorare la sanità è investire in tecnologie. Il sistema sanitario lo si salva investendo e migliorando i servizi, non peggiorandoli. I medici e il personale stanno facendo miracoli.

Politica estera: lei ha dichiarato recentemente su Libero che ci sono rapporti ambigui tra il nostro paese con Israele. Può essere più chiaro?

In Europa corre sottotraccia una cultura antisemita.

Viene nutrita dall’ambiguità del politically correct di certa politica, e dall’indifferenza dell’opinione pubblica sui segnali che questa lancia. La nostra civiltà si sta mostrando debole. Siamo un continente stanco, che ha dimenticato le proprie radici giudaico cristiane, un sonno della ragione che ha generato i mostri del nichilismo e del relativismo valoriale. Israele è l’avamposto in Medioriente della nostra cultura, dei nostri valori, della nostra civiltà. Essere dalla parte di Israele, non vilipendere le sue scelte di politica estera e di difesa, onorerebbe l’impegno che prendiamo ogni giorno nella battaglia democratica e per le libertà occidentali.

Quale sarebbe il risultato inaspettato nelle prossime elezioni?

Alle elezioni non ci sono risultati inaspettati.

Al massimo possono esserlo sulla base dei sondaggi, che però non mi appassionano. Il popolo vota e la maggioranza di per sé si aspetta quello che ha votato. Se proprio vogliamo guardare ai trend, dobbiamo dire che le ultime rilevazioni ci vedono in continua crescita, non solo a livello nazionale, ma anche nel Lazio, dove la coalizione di centrodestra è già sopra il centrosinistra. C’è un risultato da scongiurare: che Zingaretti continui nella sua politica molle, fatta di non scelte.