A margine della presentazione dei candidati di "Liberi e Uguali" avvenuta a Roma il 4 febbraio, Blasting News ha intervistato in esclusiva Elisa Simoni, deputata uscente di Articolo Uno - MDP e ricandidata alla Camera dei Deputati in vista delle Elezioni politiche del 4 marzo nella lista unitaria guidata da Pietro Grasso. Vediamo quello che ci ha detto.
Elisa Simoni: 'Renzi ha cambiato natura al PD: va ricostruito il centrosinistra dal giorno dopo le elezioni'
Onorevole Simoni, da toscana doc come mai si candida nel Lazio? E quali sono le ragioni del suo impegno in Liberi e Uguali?"
"Io avrei voluto candidarmi nella mia terra, dove ho sempre militato e soprattutto ho sempre preso molti voti: dal Comune alla Provincia, fino a quando mi candidai alle Primarie del Pd in vista delle elezioni politiche del 2013, quando fui la seconda donna più votata in Italia con quasi 11 mila preferenze.
Quindi evidentemente avrei voluto stare lì, ma il partito ha deciso altro e io obbedisco. Sono una donna del territorio ma anche di partito e faccio quello che deve essere fatto. Detto ciò, l'impegno in Liberi e Uguali non è territoriale ma nazionale, visto che la sfida è quella di riportare nel paese le istanze della sinistra e serve farlo attraverso la salvaguardia del centrosinistra, che vedo un pelino in crisi".
Ecco, proprio a tal proposito, lei ha parlato pubblicamente durante la presentazione dei candidati, di ricostruzione del centrosinistra. Come intende farlo?
"Vede, io cominciai la mia esperienza come segretaria dei DS del Valdarno fiorentino quando il babbo di Matteo Renzi era segretario della Margherita, poi mi sono ritrovata in Giunta Provinciale a Firenze in quota DS con Renzi presidente in quota Margherita.
Questa contrapposizione politica c'è sempre stata, con confronto aspro ma serio. Io avevo ben chiaro fin dall'inizio che Renzi avrebbe avuto questa evoluzione, unita al progetto di disarticolare la sinistra e di farlo attraverso il PD. Dissi oltre due anni fa, anche a Nardella, che il 'partito della Nazione' non è altro che cambiare natura al Partito Democratico collocandolo più al centro e rendendolo un partito pigliatutto.
Oggi abbiamo le liste del PD fatte e vediamo che c'è stata l'epurazione della sinistra e si è realizzato lo spostamento di cui parlavo, quindi c'è un problema: nell'implodere del PD che può avvenire ci sarà prima di tutto l'implosione del centrosinistra, mentre del destino di Renzi poco mi interessa. Io penso quindi che abbiamo il compito di ricostruire il centrosinistra.
Sono uscita dal PD non da molto, perché fino a quando ho pensato che ci fosse la funzione politica di non permettere la rottura con il centrosinistra ho cercato di esercitarla, quando poi ho capito che quella funzione non c'era più evidentemente ho detto che bisognava lavorare da fuori. Ecco, il nostro compito è quello di ricostruire il centrosinistra e ciò va fatto dal giorno dopo le elezioni".
'Uscita per riprendermi il PD, o come si chiamerà: per cambiare si deve governare e non fare testimonianza'
Lei ha parlato anche di "riprendersi il PD", ma come pensa sia possibile farlo da fuori?
"Nel momento in cui il PD diventa altro e fa l'accordo con Berlusconi, è evidente che va fatto. In politica gli spazi si riempiono: se quel partito fa un'altra cosa allora qualcun altro dovrà fare il centrosinistra.
Per una ragione molto semplice, noi vogliamo lottare contro le diseguaglianze che è il senso assoluto della sinistra nella storia: tutto questo si può fare solo se si governa, sennò è testimonianza. Sarà che io ho sempre fatto l'amministratore, ma so che per cambiare il destino delle persone e dargli una mano bisogna avere in mano il Governo del Paese, delle amministrazioni locali e delle regioni. Evidentemente noi abbiamo quell'ambizione. Io sono uscita per riprendermi il PD, non so se si chiamerà ancora PD o in un altro modo, ma la funzione politica è quella".
Però avrà notato che altri candidati, dentro "Liberi e Uguali" hanno obiettivi molto diversi rispetto a rifare il centrosinistra, anzi hanno come modello Syriza o Podemos...
"Io sono uscita dal PD quando questa alleanza ancora non c'era e credo oggi che questa alleanza sia una buona cosa per una sinistra che viene definita sempre come divisa. Però mi permetta: io sono una riformista, sono una donna che ha amministrato la Toscana di Governo prima che di lotta e penso che la sinistra debba cambiare il destino delle persone cercando di governare questo Paese e non facendo testimonianza".