A margine dell'iniziativa "Lavoro e dignità", organizzata da "Liberi e Uguali" a Pontedera nella serata di lunedì 29 gennaio, Blasting News ha intervistato in esclusiva Paolo Fontanelli, deputato uscente e candidato al Senato a Pisa e zone limitrofe per la lista di Pietro Grasso alle prossime Elezioni politiche del 4 marzo. Vediamo quello che ci ha detto.
'La Fedeli mi sfida sul mio territorio, non credo sia buona scelta per lei: sarà una bella battaglia'
Onorevole Fontanelli, lei sarà lo sfidante della ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli in una città come Pisa che ha nell'Università e nella Ricerca, quindi sui saperi, due punti punti di forza.
Sarà una sfida simbolica e particolare, cosa pensa della sua avversaria?
"Forse dovremmo rovesciare la domanda: è lei che sfida me, perché io sono sul mio territorio, una città di cui ho fatto il sindaco per tanto tempo e di cui conosco bene l'importanza, la qualità e il ruolo delle sue università, sia quella statale che quelle di eccellenza come Normale e Sant'Anna. Il fatto che la ministra venga qua a candidarsi significa che vuole soprattutto sfidare questo mondo".
Crede sia veramente possibile per lei battere la candidata del Pd?
"Io non credo che sia una buona scelta per lei, perché a sentire le opinioni che girano dal mondo dei docenti a quello degli studenti, non mi pare che ci sia un grande apprezzamento per il lavoro di questo Governo rispetto al tema dell'Università.
E anche riguardo alla Ricerca, dato che a Pisa abbiamo un grande centro nazionale del CNR in cui lavorano centinaia di ricercatori precari magari da 10, 12 o 14 anni, i quali avevano chiesto di essere regolarizzati e che anche nell'ultima Finanziaria non hanno trovato risposte adeguate. Quindi sarà una bella battaglia".
'Faremo un partito di sinistra che si batta per diventare forza di Governo, in orizzonte di centrosinistra su altri contenuti'
Quali sono le condizioni che rendono possibile, dopo il voto, per LeU di poter tornare ad allearsi con il PD sul piano nazionale?
"La prima condizione è che noi riusciamo ad avere un buon risultato e questo corrisponde al fatto che, in tal caso, non lo avrà anche il PD: mi pare piuttosto evidente.
I sondaggi parlano di un PD in sofferenza assai forte e noi dobbiamo lavorare su questo spazio. Ma il tema è quello dei contenuti: il PD per poter dialogare in modo costruttivo con noi deve fare una svolta totale sulle politiche per il lavoro, la scuola e la sanità. Ci sono condizioni di fondo che richiedono un cambiamento. Ma siccome il PD dice di aver fatto tutto bene e che si deve andare avanti così, penso che il dialogo sia un po' difficile da immaginare adesso".
Fra le vostre idee, accennate da lei anche in questa assemblea, vi è quella di trasformare "Liberi e Uguali" in un vero soggetto politico a tutti gli effetti dopo le elezioni, quale profilo avrebbe questo nuovo partito?
"Noi non vogliamo fare un nuovo soggetto politico di sinistra per stare all'opposizione per sempre.
Noi vogliamo fare un partito di sinistra che si batta per diventare forza di Governo, possiamo dire anche in un orizzonte di centrosinistra, ma che si muova su dei contenuti coerenti con i nostri valori e non invece su un'impostazione neocentrista come quella che ha seguito il Governo Renzi e poi Gentiloni. Ci vuole un cambiamento radicale delle politiche, il nostro orizzonte è il Governo anche in un contesto di alleanze, ma con un quadro di contenuti totalmente diversi".
Il pensiero di Paolo Fontanelli sui rapporti col PD e i suoi candidati per le Comunali di Pisa
Visto che lei è stato sindaco di Pisa e fra pochi mesi si vota per il rinnovo dell'Amministrazione cittadina, quali sono le condizioni per una vostra alleanza con il PD? E in particolare, il fatto che Federico Gelli non si candidi alla Camera e possa correre come primo cittadino, lo rende un nome che vi può interessare per un appoggio?
"Senza per questo voler mettere dei veti sulle persone, direi che le proposte messe in campo da parte del PD, ovvero sia Federico Gelli che Andrea Serfogli di cui si parla oggi, mi sembrano candidature forti per poter vincere magari al ballottaggio.
Alle comunali infatti si vota su due turni distinti e nel 2017 abbiamo visto che in tutte le città in cui si è votato ai ballottaggi il centrosinistra è andato male. A parere mio ci vorrebbero candidati più aperti alla società e più espansivi per poter fare i conti con il ballottaggio. Poi ovviamente se ci sarà un'alleanza andrà misurata sui contenuti. Votando con due turni, se non ci sono le condizioni, non è detto che si debba andare tutti insieme fin dal primo turno. Uno può fare un ragionamento. Vedremo dopo il 4 marzo: quel giorno sarà decisivo anche per questo".