Una svolta clamorosa ma che era nell’aria, vista la rivolta anti renziana di parte della base Pd, sia in Italia (Bolzano) che all’Estero (New York, Melbourne e Argentina). L’ultimo a prendere le distanze dalla gestione del segretario Matteo Renzi è il presidente del circolo Dem di Montreal, in Canada. Domenico Bruzzese, questo il suo nome, invita senza mezzi termini gli iscritti al circolo e tutti i “compagni e le compagne” italiani residenti in Canada a non votare il candidato Pd alle prossime Elezioni politiche del 4 marzo nella circoscrizione Centro e Nord America.

La loro preferenza, precisa Bruzzese, dovrebbe andare al “solo candidato di sinistra” di Montreal, quel Giuseppe Continiello, suo predecessore nella carica di presidente, poi uscito dal partito in aperta polemica con la gestione renziana per finire nelle file di Liberi e Uguali, il partito scissionista guidato da Pietro Grasso.

La nota di Domenico Bruzzese

La decisione del presidente del circolo Pd di Montreal, Domenico Bruzzese, di rompere gli indugi per appoggiare un candidato esterno al suo partito, è arrivata lo scorso 22 febbraio, motivata da una nota ufficiale. Bruzzese si rivolge alla comunità italiana del Quebec, in Canada, lamentandosi del fatto che nella lista dei candidati Pd nella circoscrizione Centro e Nord America non sia stato inserito nessun rappresentante della comunità tricolore di Montreal, terza città, dopo Toronto e New York, per numero di votanti dell’intera circoscrizione nord americana.

Bruzzese se la prende con la Responsabile per gli Italiani nel Mondo del Nazareno, Anna Grassellino, che a suo giudizio avrebbe dimostrato “incapacità, disinteresse e superficialità” nella gestione delle candidature. Lui e gli altri dirigenti locali italo-canadesi, in pratica, sarebbero stati esclusi da ogni decisione. Per questo Bruzzese decide di sponsorizzare il candidato di LeU Giuseppe Continiello.

Base Pd in rivolta: i casi Argentina, New York e Melbourne

Domenico Bruzzese è solo l’ultimo dirigente Pd, in ordine di tempo, a ribellarsi alla gestione Pd targata Renzi con candidature piovute dall’alto. Prima di lui, era toccato allo stesso Continiello e alla Segretaria del circolo Dem di New York, Elena Luongo, scrivere una lettera a quattro mani nei primi giorni di gennaio, per comunicare l’uscita dal partito a causa della “assenza di interlocuzione e di confronto” e della “delegittimazione dell’Assemblea Estero in Assemblea Nazionale”. Altri casi di abbandono del Pd all’estero, come riporta il quotidiano Libero, sono quelli di Francesco Rotondo, ex segretario Dem in Argentina, e del gruppo dirigente di Melbourne, in Australia.