L'esito della tornata elettorale dello scorso 4 marzo, per effetto della legge elettorale, non ha permesso a nessuna forza politica di avviare la XVIII legislatura senza grattacapi. Già dai primi exit poll di domenica sera, dopo la chiusura dei seggi, si era capito che il Movimento Cinque Stelle avrebbe raggiunto un ottimo risultato, anche se poi, strada facendo, si è rivelato insufficiente per prendere pienamente le redini del Paese. Subito dietro i grillini, infatti, si posiziona la Lega di Salvini, che ha dato un notevole apporto all'intera coalizione del centrodestra con un Berlusconi di fatto incandidabile.

I problemi, però, non sono finiti. Si potrebbe dire, al contrario, che sono appena cominciati. Non c'è stato il tempo sufficiente per smaltire o assorbire lo stress della campagna elettorale appena trascorsa e già si pensa al dopo, a cosa fare se nessuno, fra le forze politiche in gioco, decide di allearsi con il Movimento Cinque Stelle per definire un possibile nuovo governo. Addirittura, c'è chi, come il pentastellato Di Maio, pensa alla possibilità di intraprendere un'altra strada.

Il rifiuto del Pd

Sebbene non sia stato raggiunto il fatidico 40%, i grillini non si danno per vinti anzi, come afferma Manlio di Stefano, il Movimento Cinque Stelle è l'unico che può assumersi la responsabilità di governare l'Italia, con Di Maio a capo del governo.

Per il leader pentastellato sono giorni piuttosto complessi, se si tiene conto del fatto che il Pd ha escluso ogni possibilità di alleanza con gli adepti di Beppe Grillo. Ed è in questo frangente, in un panorama alquanto frastagliato e scisso, che Di Maio - nell'eventualità più o meno concreta di non trovare nessuna forza politica disposta a convergere sui temi - starebbe pensando a una strategia che potrebbe avvantaggiare il Movimento: trovare un accordo per rifare la legge elettorale.

E il centrodestra?

Il rifiuto del Pd potrebbe portare Di Maio a guardare al centrodestra, ma qui la situazione potrebbe essere più complessa dal momento che il pieno di voti dei grillini registrato nel sud del Paese è da leggere in una duplice prospettiva: da un lato, rappresenta coloro che aspirano all'ottenimento del reddito di cittadinanza; dall'altro, coloro che sono chiari e fermi oppositori della Lega di Salvini e che a quel reddito non pensa affatto.

La via d'uscita

L'ipotesi più probabile che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, potrebbe decidere di concretizzare è il ritorno alle urne entro l'anno. Nuove elezioni, dunque, con una nuova legge elettorale. Una congettura, questa, che non spaventa i Cinque Stelle, animati dalla più viva convinzione che una nuova tornata elettorale garantisca loro un posto in pole position, consegnando direttamente loro la guida del Paese.