Si ritorna a parla del Movimento Cinque Stelle e del caso rimborsi. Questa volta a lanciare l'ennesima bomba sul caso dei presunti finti rimborsi è la testata giornalistica Repubblica, la quale spiega come avrebbero fatto una parte dei parlamentari M5S a far rientrare come un boomerang il denaro inizialmente restituito.

10 parlamentari M5S sotto accusa

Al momento sarebbero ben 10 esponenti in forza al movimento 5 stelle accusati di aver raggirato il sistema rimborsi intascando successivamente il denaro. Secondo le prime indiscrezioni, sembrerebbe che i fatti accertati sarebbero risalenti già dall'anno 2014.

I 10 pentastellati accusati avrebbero trovato un escamotage legale per riprendersi il denaro versato con i rimborsi, scaricando l'intero importo con il classico modello della dichiarazione dei redditi, ossia il 730, riuscendo ad ottenere la sgravio fiscale sulla somma versata e facendo rientrare nelle proprie tasche buona parte del denaro principalmente versato. Grazie a questo stratagemma, i pentastellati finiti nell'occhio del ciclone, avrebbero incassato una somma superiore ai 22.000 euro cadauno.

Una macchia sul curriculum del movimento 5 stelle

Tra le persone finite nel presunto scandalo rimborsi ci sarebbero anche la Senatrice della Repubblica Barbara Lezzi, oltre a Vito Crimi e Vincenzo Grasso, il quale avrebbe ammesso le colpe e scaricato tutta la responsabilità del caso alla sua segreteria, riferendo che sarebbe stata la sua assistente ad essersi occupata della vicenda e che non avrebbe inizialmente dato peso alla situazione.

Il presunto raggiro avrebbe avuto inizio con i primi mesi di legislatura, proprio in occasione di quello che fu definito come il Restitution day, il giorno in cui alcuni esponenti del movimento sfilarono dinnanzi a Palazzo Montecitorio mostrando pubblicamente una maxi assegno inerente ai soldi restituiti ai contribuenti. Ennesima rogna per il premier del M5S Luigi Di Maio, il quale ora dovrà affrontare il caso proprio a breve tempo dalle tanto attese elezioni del 4 marzo.

Lo slogan dei pentastellati rischia di vacillare, la tanto vantata onestà del movimento 5 stelle ora potrebbe essere macchiata dal comportamento negativo di alcuni dei suoi esponenti. Pertanto il contributo volontario inerente alla restituzione del denaro ai cittadini, il quale ammonterebbe ad oltre 24 milioni di euro, potrebbe essere stato restituito privatamente attraverso lo sgravio fiscale del modello 730. Al momento non è stato svelato se ci sono ulteriori riscontri che coinvolgano altri esponenti del movimento.