Nelle scorse ore nei pressi di piazza Montecitorio a Roma, Blasting News ha intervistato in esclusiva Franco Giordano, noto esponente politico, già tre volte deputato per Rifondazione Comunista fra il 1996 e il 2008, e segretario nazionale di tale partito fra il 2006 e il 2008 succedendo a Fausto Bertinotti; in seguito tra i fondatori di SEL con Nichi Vendola. Vediamo che cosa ci ha detto riguardo alla fase politica attuale.
Giordano: 'Governo Lega-M5S? Possibile nonostante interessi contrapposti; situazione è drammatica'
Giordano, cosa pensa della fase politica attuale e in particolare dell'ipotesi che possa nascere un Governo fra Lega e M5S?
"Io trovo complicato che in queste condizioni possano formare un Governo. Naturalmente non condivido le impostazioni di questi due partiti: uno ha fatto del razzismo la bandiera principale della propria identità politico-culturale, l'altro sull'onda della stessa cosa ha definito 'taxi del mare' le Ong che si battono per garantire almeno un minimo di compassione umana. Detto questo, viviamo una condizione post-ideologica e quindi è possibile che possa nascere un Governo di questa natura. Esso non avrebbe nessun riferimento culturale e una scarsissima base programmatica comune. Però appunto in questa fase prevalgono gli interessi, i quali in questo momento sono contrapposti, a partire dal destino personale di ciascuno dei due pretendenti alla carica di Presidente del Consiglio.
Quindi vedo una situazione seria e drammatica: questo Paese avrebbe bisogno di essere governato, di ridurre le diseguaglianze, di favorire la partecipazione democratica e non invece di millantatori di democrazia e imprenditori dell'odio e della paura".
Spostandoci nel campo del centrosinistra, cosa pensa del post-Renzi e soprattutto crede che il Pd possa cambiare la sua natura e tornare a guardare a sinistra?
"Il post-Renzi è difficile vederlo adesso, lo dico con amarezza ma non vedo novità sostanziali, come traspare ad esempio dalle recenti nomine dei capigruppo parlamentari: d'altronde i gruppi stessi erano stati pensati a immagine e somiglianza del renzismo, in modo autoreferenziale.
Io dubito molto che in questo momento il PD possa innovarsi, ma è comunque obbligatorio ragionare su un progetto totalmente innovativo che valga sia per le sinistre moderate che per quelle radicali, perché purtroppo il fallimento è ovunque".
Giordano: 'Vi spiego la crisi della sinistra e da cosa dovrebbe partire per ricostruirsi'
Lei ultimamente si occupa in particolare di cultura politica, a cosa crede sia legata questa crisi della sinistra?
"Io penso che le difficoltà della sinistra siano particolarmente gravi ed evidenti per una ragione semplice: perché nella nostra storia culturale e teorica non abbiamo gli anticorpi per contrastare quello che sta accadendo. Ad esempio noi, da sempre, siamo stati abituati a ragionare sulla scelta di alcuni soggetti mettendo, volta per volta, insieme un blocco sociale in grado di prospettare una politica di Governo. Questo andava bene fino a quando la società esisteva e finché i soggetti si trasformavano, peraltro abbiamo avuto difficoltà pure a comprendere tali processi.
Ma quando la società non esiste più e i corpi intermedi sono stati dissolti, e le strutture sociali come i partiti sono stati disintegrati, che cosa accade? Siamo in grado di governare una folla di individui e nella totale vittoria della Thatcher? Il punto è che occorre rielaborare teoricamente una trama di relazioni umane, ricostruire un'idea di società e provare a investire sui territori".
Ma quindi sul piano pratico, se dovesse dare un consiglio, la sinistra da cosa dovrebbe ripartire per ricostruirsi?
"Innanzitutto deve interrogarsi teoricamente e culturalmente. Nel frattempo bisognerebbe investire sul tenere insieme fili di relazioni sociali e umane, sull'associazionismo e sulla cooperazione.
Nella società dobbiamo fare una battaglia molto forte per contrastare i valori che sono diventati senso comune. Come chi dice 'Io non sono razzista ma...'. E poi in politica serve una maggiore responsabilità: ad esempio dobbiamo stare in una Giunta per far resistere e far vivere quel filo d'erba, dobbiamo insomma provare a governare per difendere quella ricostruzione delle relazioni umane che oggi rischiano di essere totalmente dissolte".