Nella Grande Sala del Popolo, venti secondi di applausi sanciscono un risultato di enorme portata che potrebbe modificare in modo consistente i rapporti internazionali. Con 2958 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astenuti, viene approvata la riforma costituzionale che elimina il vincolo di due mandati per il presidente in carica. In questo modo Xi Jinping avrebbe la possibilità di sedere al vertice della gerarchia cinese sin oltre al 2023, aprendo le porte ad un potenziale governo a vita. L’assoluta maggioranza con cui si è approvato l’emendamento è una dimostrazione di forza del presidente che esclude qualunque contrasto interno o esterno al Partito, cancellando gli ultimi decenni della storia cinese partendo dal fatidico momento in cui, nel 1982, si era codificato un orizzonte decennale per la carica presidenziale chiudendo le porte ad una eventuale dittatura in stile Mao Zedung.
Le prerogative per un potere sconfinato sono presenti, considerando i ruoli di segretario generale del Partito e di presidente della Commissione generale militare ricoperti dallo stesso Xi Jinping che, a suon di numeri e posizioni, dimostra la potenza della propria leadership.
Quando la riforma costituzionale era stata proposta, intellettuali e studiosi hanno messo in guardia dai pericoli derivanti da uno smodato accentramento del potere nelle mani di Xi, con il rischio conseguente di una sterzata autoritaria, come confermato dalle parole del dissidente Hu Jia: "Quarantadue anni dopo, nell’era di internet e della mondializzazione, un nuovo tiranno in stile Mao si eleva sulla Cina". Esternazioni che non nascondono il timore di un nuovo governo autocratico, malgrado sia necessario ricordare che, nel 2023, la parola passerà sempre al Congresso che mantiene la sua posizione, nonostante un consenso così ampio faccia prevedere un difficile cambiamento di rotta nel breve periodo.
Il progetto di Xi Jinping
Il progetto del presidente cinese è quello di una ‘rinascita’ della Nazione volta ad una modernizzazione sul modello U.S.A., un processo di accelerazione economica che vorrebbe portare la Cina ai loro livelli entro il 2035. Il pacchetto di emendamenti sarebbe stato proposto dal popolo e dalla base del partito al cui vertice è posto lo stesso Xi. Con questa riforma il presidente si assicura il tempo necessario per seguire i suoi progetti attraverso un accentramento di potere senza precedenti.