Inizia oggi alle ore 10.00 il secondo giorno di consultazioni al Quirinale. Il primo gruppo parlamentare a salire dal capo dello Stato sarà il Partito Democratico, a seguire toccherà a Forza Italia, poi Lega, e infine Movimento 5 Stelle. La giornata di ieri è sembrata quasi un rito "stanco", con la visita delle più alte cariche dello Stato che hanno deciso di non dichiarare nulla alle telecamere e i piccoli gruppi parlamentari che intrattenevano per qualche minuto i cronisti senza rivelare alcuna notizia di rilievo politico. Anche dalla giornata di oggi difficilmente uscirà la soluzione al rebus governo, e molto probabilmente il presidente Mattarella rinvierà l'appuntamento alla metà della prossima settimana.

Il gruppo del Partito Democratico salirà al Colle rappresentato dal segretario reggente Martina, dai capigruppo Rosato e Marcucci e dal presidente del partito Orfini. La posizione ufficiale del Pd continua ad essere quella decisa in direzione: "opposizione". Nel frattempo nel Pd si è venuta a creare un'area "dialogante" e "governista" non incline a un dialogo con il Movimento 5 Stelle in vista della formazione del governo. Si tratta di quell'ala "attendista" che attende il possibile fallimento dei tentativi di avvicinamento tra Lega e grillini per potersi giocare in quel caso le carte nascoste nel cassetto.

Il M5s sarà rappresentato dal suo leader Di Maio e dai capigruppo di Camera e Senato Grillo e Toninelli.

I pentastellati continuano a rilanciare la loro proposta del "contratto alla tedesca" senza voler scendere a compromessi. Tengono il punto soprattutto sul nome del futuro incaricato che secondo i grillini dovrà essere necessariamente Luigi Di Maio. L'altro è il no incondizionato a Silvio Berlusconi e Forza Italia, visti come una matassa dal punto di visto del consenso futuro.

Ma secondo un retroscena de "La Stampa" di oggi, il Di Maio dietro le quinte, guarderebbe con simpatia alle tentazioni "governiste" di alcuni pezzi di Forza Italia, i nuovi responsabili.

Il centrodestra salirà al Colle diviso oggi

Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia ieri ha proposto la composizione di un gruppo unico per rappresentare la coalizione alle molto probabili consultazioni bis della prossima settimana.

Un centrodestra unito nelle dichiarazioni, ma a rischio sfaldamento da un momento all'altro: il tutto dipenderà da quanto i grillini non molleranno la presa sul no a Berlusconi, ma soprattutto quanto Salvini si farà influenzare dalla persuasione pentastellata che tenta di spingerlo a rompere l'asse con l'ex cav. La coalizione è segnatamente un cartello elettorale: nata a pochi mesi dalle elezioni ha rischiato di sfaldarsi diverse volte negli ultimi mesi, difficilmente potrà divenire un progetto politico unitario e duraturo finché l'orgoglio di Berlusconi e l'intraprendenza di Salvini saranno in contrasto.