Il portavoce della Lega, Giancarlo Giorgetti, dopo le consultazioni di ieri è stato molto diretto e conciso. Se non si troverà un accordo si tornerà al voto anche a ottobre. Se nessuno cambierà la posizione che ha finora, c'è una altissima probabilità di tornare alle urne molto presto. E' implicito che, se nessun partito è disposto a cedere terreno al fine di trovare un accordo, sarà inevitabile indire nuove elezioni.

Senza accordo si torna al voto

La Lega è disposta a trovare un accordo con il movimento 5 stelle soltanto se cadranno le pregiudiziali che i pentastellati hanno nei confronti di Berlusconi.

"Il governo nascituro dovrà essere forte", ha dichiarato il vice segretario della Lega a Radio Capital, "il nostro partito vuole mettere in piedi un governo che duri e che difenda gli interessi degli italiani. I "no" che si dicono servono a trattare mentre i "si" servono a creare i governi". Secondo Giorgetti il M5S sta mettendo paletti a destra e sinistra, e questo per la Lega è sbagliato: "Di Maio ci propone un programma scritto alla tedesca ma con tradimenti invece all'italiana", ha detto Giorgetti in riferimento al veto su Berlusconi. Le pretese che hanno i grillini, sostiene Giorgetti, sono assurde: "Anche io potrei mettere la condizione che parliamo con tutti a patto che salvini sarà premier.

In questo modo il discorso rimane legato alle poltrone e non risolve i problemi del Paese". La Lega e il Movimento 5 Stelle hanno, tra le altre cose, divergenze economiche non indifferenti: il reddito di cittadinanza e la flat tax non sono conciliabili. "Bisogna trovare un accordo - dice Giorgetti - non è possibile attuarle entrambe e nella forma originale, però si posso fare delle sperimentazioni graduali".

Dunque, il vice segretario della Lega non chiude le porte a Di Maio, ma semplicemente vuole che i 5 Stelle siano più flessibili, per il bene del Paese.

Di Maio vuole incontrare il PD e la Lega

Il leader dei 5Stelle ha espresso la volontà di confrontarsi con il PD e la Lega, in previsione della sottoscrizione di un contratto alla tedesca.

"La Lega deve decidere se contribuire al cambiamento o se rimanere ancora legata al passato con Silvio Berlusconi, l'uomo che aveva la possibilità di cambiare il Paese ma non lo ha fatto", dice Di Maio, che conclude: "Il PD anche è chiamato a decidere, se scegliere Renzi che non vuole parlare con il nostro movimento o tenere una linea con chi invece vuole lavorare per i cittadini. Il Pd non dovrebbe ignorare il risultato delle urne, che ha chiaramente stoppato le politiche e la legge elettorale".