In seguito alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, in cui nessuna forza Politica ha ottenuto la maggioranza dei seggi, i partiti che hanno conseguito una maggioranza parlamentare hanno preso parte alle consultazioni del Presidente della Repubblica.

Le consultazioni hanno avuto inizio lo scorso 4 e 5 aprile con la convocazione prima dei Presidenti delle due Camere (il pentastellato Roberto Fico alla Camera e Maria Elisabetta Casellati al Senato, prima donna a ricoprire un'alta carica dello Stato), poi del Presidente emerito Giorgio Napolitano e infine dei gruppi parlamentari.

Non avendo avuto esito positivo, giovedì 12 e venerdì 13 aprile il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato il secondo giro di consultazioni, incontrando prima le delegazioni delle forze parlamentari e poi le alte cariche istituzionali, con lo scopo di formare un nuovo Governo. Ma anche stavolta, è terminato il secondo giro di consultazioni e nessuna luce in fondo al tunnel.

Le consultazioni sono condotte dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e spetta a lui la decisione finale. Si prospettano tre ipotesi alternative.

Mandato esplorativo

Il Capo dello Stato può decidere di non individuare subito qualcuno a cui assegnare il mandato per per formare il nuovo Governo. Può, in alternativa, decidere di designare una persona attorno alla quale costruire una maggioranza, al fine poi, una volta dimostrato di avere la maggioranza parlamentare, di conferire ad essa il mandato per la formazione del nuovo Governo.

Ritorno alle urne

Nel caso in cui il capo dello Stato non arrivasse a designare qualcuno a cui conferire l'incarico di formare un nuovo Governa, l'Italia dovrà andare nuovamente alle urne. Se ci fosse stata una chiara maggioranza all'esito delle elezioni politiche del 4 marzo, le consultazioni sarebbero stata una mera formalità.

Ricerca di una maggioranza

Le potenziali maggioranze per la formazione di un Governo sono due: da un lato, potrebbero accordarsi Movimento 5 stelle con Partito Democratico e Liberi e Uguali, dall'altro, l'alleanza potrebbe essere sancita tra i pentastellati, Lega Nord e Fratelli d'Italia, grazie al possesso di diversi punti in comune.

Ma per quanto possano i partiti accordarsi tra di loro per raggiungere i numeri necessari (almeno 316 seggi alla Camera e almeno 158 seggi al Senato) per salire a Palazzo Chigi, la decisione finale spetta sempre e comunque al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.