Ci sono due perni intorno a cui ruotano le diverse possibilità di arrivare a formare una maggioranza in grado di sostenere un governo: Movimento 5 Stelle e centrodestra. Senza uno di questi due attori non si va da nessuna parte. Due parti politiche contrapposte e sfidanti che ora si ritrovano davanti alla stessa identica responsabilità: quella del governo del paese. Da sempre in una democrazia sana questo tipo di responsabilità appartiene in primis ai vincitori di una competizione elettorale. In questo caso la situazione è molto diversa perchè si tratta sì di due vincitori, ma di due "quasi vincitori".

Nessuno detiene la maggioranza in Parlamento e quindi i compromessi non sono solo necessari, ma obbligati; questo sembrano averlo capito più o meno tutti, in primis il presidente Mattarella che dal Quirinale ha dichiarato: "A nessuno le elezioni hanno assegnato la maggioranza alla Camera e al Senato, serve tempo per trovare una soluzione". Il primo giro di consultazioni concluso ieri è andato a vuoto, ora il Quirinale e le forze politiche si preparano al secondo giro che prenderà il via molto probabilmente a metà della prossima settimana.

La discussione interna al centrodestra si è riaccesa in questi giorni a seguito delle contrapposte prese di posizione da parte del leader della Lega Matteo Salvini e di quello di Forza Italia Silvio Berlusconi.

Il primo ha ribadito l'obiettivo privilegiato della Lega in vista del secondo round delle trattative per la formazione del governo: "L'unico governo possibile? Quello con Movimento 5 stelle e centrodestra unito". L'ex premier invece - dopo essere stato scaricato dai pentastellati - ha deciso di fare altrettanto scaricando a sua volta i grillini in diretta dal Quirinale: "Non siamo disponibili a soluzioni di governo in cui prevalgano l’invidia e l’odio sociale, il pauperismo, il giustizialismo”.

Quella dell'ex Cav è stata una presa di posizione netta contro il movimento fondato da Beppe Grillo, e ancora una volta è in totale contrapposizione al pensiero del suo principale alleato Matteo Salvini.

Difficile però credere che Berlusconi sia pronto ad escludere a priori una sua partecipazione ad un esecutivo che abbia il Movimento 5 Stelle come perno centrale; sempre che i grillini accettassero di accordarsi con il leader forzista.

La discussione è accesa, ma difficilmente la coalizione di centrodestra arriverà a spaccarsi proprio ora. A nessuno dei tre componenti conviene mandare in frantumi un'alleanza che resta in piedi esclusivamente per convenienze reciproche. Ci sono diversi appuntamenti elettorali in vista; la partita per la formazione del governo è ferma al primo tempo e Salvini non può presentarsi al tavolo di Di Maio con un misero 17% in mano, visto che ora detiene un bel 37%, percentuale di parecchi punti superiore al 32% dei grillini; Berlusconi allo stesso tempo si ritrova in una posizione debole, schiacciato dall'intraprendenza di Salvini e relegato in secondo piano all'interno del panorama della destra italiana, ma per l'ex Cav l'unico modo per continuare a giocarsi le sue carte è rimanere ancorato alla coalizione di centrodestra, a costo di accettare un Salvini leader e candidato premier.

Il M5s continua ad escludere Forza Italia, ma non è detto che quest'ultima rimanga fuori dall'eventuale "contratto" di governo. Le soluzioni possibili da prendere in considerazione sono diverse: appoggio esterno forzista senza partecipazione attiva; ingresso in maggioranza da una posizione minoritaria ed esprimendo il proprio peso solo attraverso qualche ministro d'area e non politico; non sfiducia "costruttiva". Berlusconi di certo non starà a guardare. Secondo un retroscena de "Il Giornale" di oggi, il suo consigliere più fidato Gianni Letta avrebbe consigliato all'ex Cav di non entrare in un governo da una posizione di minoranza.

Intanto arriva un segnale di unità interna: il centrodestra andrà unito al secondo giro di consultazioni

E' stata Giorgia Meloni a lanciare l'idea per un centrodestra unito da presentare al secondo giro di consultazioni al Qurinale. Idea subito raccolta e accettata nella giornata di oggi sia da Matteo Salvini che da Silvio Berlusconi. Un modo per ricompattare la coalizione dopo le divisioni emerse ieri. O forse un modo per lanciare un segnale sia al Colle che al Movimento 5 Stelle. L'intenzione è quella di consegnare l'immagine di un centrodestra unito e compatto, soprattutto dopo le parole irritanti e divisive del capo politico grillino Di Maio in conferenza stampa: "Non vogliamo spaccare la coalizione di centrodestra ma non riconosciamo una coalizione di centrodestra, perché non solo si sono presentati alle elezioni con tre candidati premier ma perché si sono preparati alle consultazioni separati.

E una di queste forze non riconosce il M5s, perciò ci rivolgiamo alla Lega".

Così, dopo le consultazioni, Luigi Di Maio. Il messaggio unitario indirizzato indirettamente al capo dello Stato potrebbe essere allo scopo di influenzare la scelta del presidente su chi far cadere la scelta per l'incarico di governo. Un centrodestra che si presenta compatto esprime il 37% dei voti, 5 punti percentuali in più del risultato ottenuto dal M5s. Forse è un modo per guardare avanti, perchè prima del mandato si dovrà trovare l'accordo tra le diverse forze in campo; difficilmente il presidente Mattarella conferirà incarichi al "buio".