Per la prima volta nella storia di un'elezione amministrativa italiana accede al ballottaggio il candidato a sindaco sostenuto dal movimento di estrema destra Casapound Italia. E' questo l'epilogo del primo turno delle elezioni amministrative del 10 giugno ad Anagni (FR), dove appunto Daniele Tasca, candidato espresso da parte di Casapound e da altre quattro liste civiche, ha ottenuto oltre il 20% dei voti, e dove in particolare la lista del movimento di Iannone e Di Stefano è stata la più votata della coalizione con il 5,55% dei consensi. Tasca accede così al ballottaggio per diventare Primo Cittadino contro il candidato ufficiale del centrodestra Daniele Natalia, che ha invece ottenuto il 39% dei voti, appoggiato fra l'altro da Fratelli d'Italia (prima lista della coalizione con l'8%) oltre che da Lega (7,5%), Forza Italia (5%) e diverse altre liste civiche.
Lo scontro fra i due è fissato per il 24 giugno.
Elezioni amministrative di Anagni, ben 22 liste e 7 candidati: al ballottaggio sarà 'derby' a destra
Quello di Anagni, comune di 21.000 residenti in provincia di Frosinone, è uno dei casi di maggiore frammentazione Politica che si sia visto a queste elezioni amministrative del 10 giugno. Basti pensare infatti che erano presenti ben 22 liste (praticamente una ogni meno di 1000 abitanti) per un totale sette candidati a sindaco. Guardando in particolare alle singole liste, la più votata in assoluto è stata quella del M5S con il 10% dei voti (il cui candidato Fernando Fioramonti è giunto terzo con il 12% delle preferenze), seguita da quella del PD che ha preso l'8,8% (la cui candidata Sandra Tagliaboschi ha ottenuto, grazie all'intera coalizione, l'11% piazzandosi solo al quarto posto).
Gli altri tre candidati a sindaco, due civici e una espressamente di sinistra, hanno ottenuto risultati inferiori; rimanendo ovviamente fuori dal ballottaggio, che sarà invece un "derby" fra il centrodestra tradizionale e una coalizione ancora più di destra.
Il ballottaggio di Anagni del 24 giugno, fatte le debite proporzioni, a tratti può ricordare quello ben più noto avvenuto alle elezioni presidenziali francesi del 2002, quando Jean Marie Le Pen del Fronte Nazionale fu sconfitto dal gollista Jacques Chirac.
In quel caso tutto il fronte democratico e di sinistra transalpino andò compattamente a votare per il più moderato dei due sfidanti. Sarà curioso capire cosa succederà adesso il 24 giugno nel comune laziale.