Le polemiche sul caso Aquarius non hanno fatto sconti a nessuno. Nemmeno ad Alessandro Di Battista che, dagli Stati Uniti, ha assistito da spettatore al primo vero atto del governo guidato da Movimento5Stelle e Lega. Del resto l’ex deputato continua a rappresentare un simbolo del grillismo, un leader naturale che in molti stanno già rimpiangendo. Di Battista, ospite di un ristorante a San Francisco, ha voluto replicare a scoppio ritardato a chi aveva puntato il dito contro il suo silenzio. Non solo. Rispondendo alle domande dei presenti, il pupillo di Beppe Grillo ha avallato in toto le mosse di Luigi Di Maio e Danilo Toninelli.

Non sono più tenuto a mettere bocca su tutto quello che accade visto che sono un ex parlamentare” si è difeso Di Battista prima di ammettere la sua sintonia con la scelta intransigente di Matteo Salvini. “Era l’unica cosa da fare per mettere l’Europa di fronte alle proprie responsabilità” ha spiegato. A chi gli ha parlato di razzismo del governo, il leader vagabondo pentastellato ha rispedito al mittente ogni etichetta, scaricando il tutto sui precedenti in Libia targati Napolitano e naturalmente Renzi. Con la tradizionale indole pasionaria Di Battista ha riproposto la sua visione sull’immigrazione, divenuta drammatica per la complicità dei Paesi più ricchi che hanno depredato l’Africa per attrarre manodopera a basso costo.