Nell'ultimo mese, si sono registrati diversi pattugliamenti non autorizzati, presidiati da alcuni gruppi neofascisti e di estrema destra. Dopo il caso di Rimini, sono arrivati quelli di Brescia e di altre città situate nelle diverse zone dell'Italia. Nicola Fratoianni (LeU) intende portare al tavolo del governo la questione, che per gli ideali che rievoca non può passare inosservata.

Da nord a sud, le ronde nere sembrano moltiplicarsi

All'inizio del mese di luglio, una quarantina di militanti di Forza Nuova e del gruppo polacco di estrema destra Onr aveva pattugliato le spiagge di Rimini, definendola ''un'operazione di sicurezza''.

Il portavoce di Fn Romagna aveva rivendicato l'azione ritenendola ''un successo'' dal momento che, a suo dire, finalmente ''qualcuno si era sentito padrone in casa propria''. Nel comunicato fornito dagli aderenti si parlava di ''resistenza etnica'' come difesa dei 'popoli che non vogliono essere omogeneizzati al mondo globalizzato e multietnico, rischiando di perdere la propria identità. Inoltre, erano stati annunciati dei futuri presidi a tutela dei cittadini italiani, ma le loro intenzioni sono state prontamente interrotte dal comitato antifascista locale e dall'amministrazione della città di Rimini, che ha condannato l'iniziativa. Stando alla cronaca, pare che in poco tempo le ronde nere siano comparse anche in altre città.

L'ultimo caso è quello di Brescia, all'interno del quartiere multietnico, ma non da meno sono i casi di Biella, Recanati, Jesolo, Cagliari e Ostia, che sono stati messi a punto, oltre che da Forza Nuova, da altri gruppi quali CasaPound e Lealtà d'Azione.

La richiesta di Fratoianni nei confronti del Governo

Nicola Fratoianni, facente parte del partito di Liberi e Uguali, ha intenzione di sottoporre questi avvenimenti all'attenzione del Governo, chiedendo un intervento che possa metter fine all'usurpazione di competenze che spettano alle Forze dell'Ordine autorizzate dallo Stato.

''Iniziative come quella di Rimini hanno il solo effetto di creare un clima di paura e non devono più avvenire'' ha affermato. L'espansione del fenomeno lancia un allarme sulla esternazione di ''sentimenti xenofobi e antidemocratici'', oltre a minare alla tutela dei cittadini, sia per quanto riguarda la sicurezza che i principi di antidiscriminazione. Da qui l'interrogazione esplicita di voler sapere quale strategia si intenda assumere ''per monitorare, impedire e prevenire lo svolgimento di ogni manifestazione lesiva del carattere democratico''.