E' scontro aperto tra il governo italiano e l'Unione Europea, dopo che il vertice di Bruxelles, convocato per discutere nuove modalità di accoglienza e redistribuzione dei migranti tra i Paesi membri, si è concluso con un nulla di fatto. Al centro del vertice, ovviamente, c'era soprattutto il caso della nave Diciotti, ancora ferma nel porto di Catania, senza che i 150 migranti rimasti a bordo possano sbarcare. La condizione posta dal governo italiano per permettere lo sbarco era che altri Paesi membri dell'Unione si facessero carico di accogliere parte dei migranti, ma secondo fonti diplomatiche tale richiesta sarebbe stata rifiutata, con la motivazione che il numero di migranti pro-capite, in Italia, è decisamente più basso di quello in altri Stati membri.
Migranti: Conte minaccia conseguenze
Il premier italiano Giuseppe Conte, a seguito del fallimento del vertice, ha accusato l'Unione Europea di ipocrisia: secondo lui questo fallimento dimostrerebbe, ancora una volta, lo scarto tra le parole e i fatti. Infatti non si sarebbe dato seguito alcuno alle parole spese nel vertice europeo di fine giugno, ma anzi si sarebbero fatti addirittura dei passi indietro, con gli altri Stati pronti ad accogliere soltanto una parte dei richiedenti asilo, i quali rappresentano a loro volta una parte minima dei migranti. In questo modo, praticamente, saremmo di fronte ad una sorta di 'regolamento di Dublino mascherato', con l'Italia come Paese di approdo sicuro e senza reale volontà di condivisione.
Migranti: il governo non è compatto nelle posizioni
Nonostante questa dura presa di posizione del premier Conte, rimangono toni differenti ed anche vere e proprie divergenze all'interno del governo. I due vicepremier, Salvini e Di Maio, sembrano compatti sia sulla questione della nave Diciotti ("per ora non sbarca più nessuno"), sia sulle minacce di non pagare, in parte o del tutto, il contributo annuale all'Unione Europea (circa 20 miliardi di euro), come ritorsione per quello che ritengono un impegno troppo scarso o nullo.
Su questo punto, duramente criticato dalla Commissione Europea, secondo il cui portavoce 'le minacce non aiutano a trovare soluzioni', è in palese disaccordo il ministro degli Esteri Moavero, che ricorda come pagare i contributi all'Unione sia un dovere legale.
Intanto, al centro dello scontro politico e istituzionale italiano ed europeo (ricordiamo la polemica tra il presidente della Camera Fico e Salvini, nonché la tensione tra Viminale e Guardia Costiera, oltre agli sviluppi europei di oggi) rimangono sempre loro: 150 persone che da giorni non possono sbarcare, pur trovandosi in un porto italiano e a bordo di una nave della Guardia Costiera.