Il ministero dell’Interno guidato da Matteo Salvini ha inviato ai prefetti italiani una circolare firmata dal capo di gabinetto Matteo Piantedosi. La missiva, che porta la data di sabato 1 settembre, ha per oggetto la “occupazione arbitraria di immobili” e gli “indirizzi” da seguire per facilitare gli sgomberi ed evitarne di nuovi. Secondo il Viminale, infatti, l’occupazione abusiva di immobili rappresenta una delle problematiche più importanti presenti nei maggiori centri urbani della penisola. Lo scopo, come detto, è quello di arrivare ad un azzeramento del fenomeno per poter poi realizzare politiche urbanistiche che avranno come scopo la riqualificazione delle periferie e la riduzione della marginalità sociale da parte di soggetti ritenuti a rischio (poveri, malati, tossicodipendenti, immigrati).

I centri sociali, nemici giurati di Salvini, tremano.

I fallimenti del recente passato

Nella circolare inviata ai prefetti, il braccio destro di Salvini al Viminale, Matteo Piantedosi, ricorda che, sul tema delle occupazioni abusive, il Viminale, allora guidato da Marco Minniti, aveva già emanato una direttiva datata 18 luglio 2017. Nel documento veniva sottolineata la necessità di “evitare nuove occupazioni abusive di immobili” in Italia e quella di procedere in maniera efficace con gli sgomberi. A quella del luglio 2017 ha fatto seguito un’altra direttiva, con data 1 settembre 2017, finalizzata al “ripristino della legalità” e alla “salvaguardia dell’ordine pubblico”. Tutti sforzi inutili, scrive Piantedosi, perché fino ad oggi “non si sono compiuti passi avanti”.

Se gli sgomberi procedono molto a rilento, in alcune città si registra però un calo delle nuove occupazioni.

Come eseguire gli sgomberi

La circolare ministeriale, in tema di sgomberi, si propone l’obiettivo di “assicurare la massima tempestività nell’iter di esecuzione dello sgombero”, oggi troppo lungo e farraginoso. Per prima cosa - secondo quanto prescritto dall’articolo 11 del decreto-legge n.

14 del 2017 - i prefetti, prima di eseguire uno sgombero forzato di un immobile, devono essere in possesso di tutti gli elementi utili per stabilire se un nucleo familiare si trovi in “situazione di disagio economico o sociale”. A questo scopo, l’unica soluzione ritenuta valida è il censimento degli occupanti abusivi effettuato dai Servizi Sociali del Comune interessato.

Un censimento che, si legge nella circolare, “dovrà essere finalizzato alla possibile identificazione degli occupanti e della composizione dei nuclei familiari”, in modo tale da rendere più semplice la tutela di minori o di altre persone che si trovano in “condizione di fragilità”.

Tutelare il diritto di proprietà

Da verificare celermente anche la “situazione reddituale” degli occupanti attraverso l’Anagrafe tributaria e le indagini della Guardia di Finanza. Solo dopo i suddetti accertamenti, i Servizi Sociali competenti potranno “attivare specifici interventi” di salvaguardia definiti “non negoziabili”. Tutti coloro che, al contrario, non verranno considerati indigenti, potranno usufruire di “forme più generali di assistenza” come “strutture provvisorie di accoglienza”.

Insomma, il diritto a difendere la proprietà privata viene prima di quelli degli occupanti abusivi, a meno che questi ultimi non debbano esercitare “impellenti e irrinunciabili bisogni primari per la loro esistenza”. Comunque sia, tutto verrebbe stabilito in un momento successivo allo sgombero, da effettuare in tempi rapidi. Altro scopo del ministero guidato da Matteo Salvini, poi, è quello di tutelare “ordine e sicurezza pubblica”.