In occasione di "Proxima", il Festival nazionale ideato da Sinistra Italiana - LeU a Torino, nella serata di questo venerdì 14 settembre si è svolto un dibattito al quale, fra gli altri, è intervenuto Nichi Vendola, ex presidente della Regione Puglia e già segretario nazionale di SEL, il quale ha parlato di diritti civili e di "famiglie arcobaleno". Vediamo le parti salienti di quello che ha detto.

Vendola: 'Attenzione all'uso violento del linguaggio'

Nichi Vendola ha esordito dicendo: "In Europa negli anni Venti e Trenta del Novecento nacquero i nazionalismi e i fascismi, e tali fenomeni iniziarono con la perdita di senso della misura nel linguaggio: la violenza iniziò a diffondersi nel linguaggio della società civile e attraverso quella ferita si crearono delle figure che vennero mostruosizzate e additati come nemici della convivenza e dell'ordine.

Ad esempio gli ebrei, i comunisti, gli zingare gli omoesessuali. Si badi bene, il fascismo e il nazismo non nacquero con dei colpi di stato, ma furono regimi con un consenso popolare molto forte, furono dittature di maggioranze di cittadini che volsero il capo di fronte ai forni crematori e che finsero di non sapere. Ricordo il "triangolo" rosa che distingueva i gay nei campi di sterminio. Tutto questo cominciò con l'uso violento del vocabolario e oggi, dopo 70 anni di democrazia, ci troviamo di fronte alla rottura delle convenzioni semantiche e lessicali, che impedivano ai cattivi pensieri di diventare cattive parole. Fino a pochi anni fa chi aveva rancore verso l'altro non lo manifestava palesemente, chi era razzista lo restava in modo sotterraneo.

Oggi invece c'è un fenomeno inedito: non sono le curve degli stadi o le teste rasate con la croce uncinata tatuata, ma sono le classi dirigenti di alcuni paesi europei che flirtano con l'ideologia nazista e con atteggiamenti fascisti. Torna l'antisemitismo e l'omofobia istituzionale, come in Ungheria e in Italia".

'Membri del Governo cresciuti nell'ignoranza e nella superstizione: hanno costruito la loro fortuna sulla paura'

L'ex Governatore della Puglia ha poi proseguito: "Oggi in Italia c'è un clima angosciante anche verso la comunità LGBT, gli episodi di bullismo e violenza omofoba sono la prima causa di suicidio fra gli adolescenti.

Dobbiamo ripartire di qui, ricordando che abbiamo il dovere di costruire una patria dei diritti, in cui la dignità di ogni persona possa essere rispettata nella vita quotidiana. In Italia così non è perché alcuni membri del Governo, e un pezzo di élite dirigente di questo paese, sono cresciuti nell'ignoranza, nella superstizione e hanno costruito sulla paura e la fobia delle diversità le proprie fortune elettorali. In tutto il mondo questi temi sono dirimenti, perché è cresciuto in tutti e tutte il desiderio di rivendicare i propri diritti e di smettere di vivere clandestinamente i propri sentimenti. (...) Gli argomenti contro i diritti LGBT sono gli stessi che furono usati dai conservatori contro il diritto di voto alle donne, contro il nuovo diritto di famiglia, contro l'aborto, contro il divorzio: tutti vennero additato di essere un attentato contro la famiglia.

E' evidente che non è stato così (...) Non possiamo accettare il vocabolario regressivo della destra mondiale".

Vendola ha poi detto: "La sinistra ha un ritardo da colmare. Il precedente Parlamento ha portato a termine la legge per le unioni civili, ma non si deve credere che avanzando sul tema dei diritti civili si possa recuperare quello che si perde se si arretra sui diritti sociali. O si avanza con tutte e due le gambe o si inciampa. Ed è successo a Zapatero, a Hollande e a Renzi. I diritti civili e quelli sociali sono due faccia della stessa medaglia. Il diritto a sposarmi ma in un mondo fatto di precarietà non mi dà più forza: tutto deve avanzare insieme. Renzi su questo punto ha fatto un grave errore di valutazione.

Peraltro non mi soddisfa il fatto che non ci sia la Stepchild Adoption. Questo è il tempo di dare diritti uguali a tutti e a tutte, non con il contagocce: è il momento di chiedere tutto quello che riguarda la piena felicità degli individui".

Vendola sul proprio outing e sugli insulti subiti quando è diventato padre: 'Rimasi 5 mesi prigioniero all'estero'

L'ex leader di SEL ha poi parlato di temi più personali: "Da ragazzo avevo l'idea di avere qualcosa di strano che riguardasse solo me, non immaginavo che ce ne fossero molti altri come me. A 19 anni nel mio paese del sud ammisi pubblicamente la mia omosessualità con un articolo di giornale, da lì decisi di 'uscire dal ghetto'. Ho pagato un prezzo, perché la libertà è dolorosa, ma il tutto è stato proficuo perché non mi hanno mai potuto ricattare per questo, come invece successo a molti miei colleghi nelle istituzioni che vivevano in modo clandestino la propria situazione".

Prima di aggiungere dettagli sulla sua paternità: "Sono rimasto sbalordito dal livello di violenza e volgarità che alcuni giornali mi hanno dedicato. Hanno avuto l'ardire di entrare nella mia vita privata, di giudicare e di sentenziare. Io un figlio l'ho desiderato per 40 anni, l'ho progettato, ho discusso 10 anni col mio compagno, ho cercato per anni la conclusione più bella e amorosa di questo percorso. Dico una cosa blasfemo. Mi sono sentito come San Giuseppe e la Madonna durante la fuga in Egitto: sono rimasto prigioniero per 5 mesi all'estero perché non potevo rientrare in Italia, dove sui social network i militanti leghisti e grillini insultavano me, il mio compagno e addirittura mio figlio.

Dirigenti politici hanno scritto cose indicibili sul mio bambino. Avevo un dovere prioritario: tutelare il diritto alla serenità di mio figlio e quindi la mia. Perciò mi sono tenuto il più lontano possibile da quel liquame di fogna che tracimava dai giornali della destra e da alcuni politici di destra. Oggi però sono riconciliato: ad esempio anche al mio paese in Puglia tutte le donne anziane mi vengono a dire che ho fatto bene a fare quella scelta".

Vendola attacca Salvini, apprezza Papa Francesco e dice: 'Bisogna tornare in campo, non mi piego al presente'

Vendola ha poi affermato: "Salvini è uno che quando parlava dei rom usava il termine "derattizzare" e poi si è presentato col Vangelo per ragioni elettorali: una vergogna senza limiti.

La destra di oggi è l'impudicizia al potere. Ma Salvini c'è perché la sinistra è rimasta prigioniera di una logica da marketing della Politica: la sinistra si è innamorata della globalizzazione e del liberismo, ed esso l'ha disarcionata". Prima di concludere: "Io ho fatto 44 anni di vita pubblica e per un periodo ho pensato di dover sgomberare il campo, perché per me è indispensabile il cambio generazionale: nessuno deve sentirsi indispensabile nell'agire collettivo. La sinistra non ha bisogno di un leader ma di un pensiero, il leader poi verrà. Serve una bussola e una visione del mondo. Ci vorrebbe la traduzione in termini laici della profezia di Papa Francesco: lui ha fatto il discorso più radicale che esista sul mondo attuale, non c'è sinistra che abbia l'ambizione teorica e politica che c'è nei famosi tre discorsi del Papa ai movimenti sociali.

Nessuno di noi può stare in esilio oggi, bisogna tornare tutti in campo, senza per questo tornare in prima linea o alla testa. Io voglio stare con tutti gli altri, non ho ambizione di tornare nelle forme del passato, ma sono ancora vivo e non voglio piegarmi al presente che vedo. Da ragazzo ho iniziato a fare politica perché sognavo un mondo migliore e sono disperato perché oggi c'è un mondo peggiore. Ma i cicli della storia permettono ai corpi collettivi di essere protagonisti del futuro. Io non ce la faccio a stare zitto e a stare a casa".