Potrebbe quasi essere un boomerang per Matteo Salvini il reddito di cittadinanza. La colonna delle idee politiche del vicepremier e Ministro dell’Interno: “prima gli italiani”, andrebbe a scontrarsi con quella che è la realtà dei fatti, un milione e mezzo di stranieri infatti potrebbero beneficiare del provvedimento.

A lanciare l’indiscrezione Il Giornale, che cerca di delineare il quadro della situazione.

Metà agli stranieri

Secondo il calcolo fornito dal quotidiano milanese, ai cittadini stranieri dovrebbe andare circa la metà della dotazione relativa al reddito di cittadinanza, che ammonta complessivamente a 6,7 miliardi di euro, e che secondo le previsioni dovrebbe ridurre di 2,2 milioni di unità i poveri tra il 2019 e il 2020.

Ad inficiare sarebbe inoltre il principio di non discriminazione dei cittadini comunitari, che si dovrebbe applicare anche ai cittadini provenienti da Polonia, Romania e Bulgaria (poco più di un milione e quattrocentomila persone); per cui non varrebbe il principio dei cinque anni di residenza. Una mancanza in tal senso, renderebbe il provvedimento annullabile da parte della corte costituzionale.

Quindi, oltre i suddetti, bisognerebbe tenere conto anche del milione e seicentomila unità di stranieri residenti a cui, fermo restando la sussistenza dei requisiti, andrebbe applicato il provvedimento.

Le statistiche di Caritas e Fondazione Migrantes, riportate dal quotidiano della famiglia Berlusconi, sottolineano come tra gli italiani una famiglia su 20 risulta povera, mentre tra gli stranieri una su 3.

Antonio Tajani di Forza Italia sottolinea come sarebbe difficile escludere dal provvedimento paesi con cui l’Italia ha convenzioni di sicurezza sociale, mentre un’altra deputata azzurra, Elvira Savino, pone l’accento sul consistente aumento di acquisizioni di cittadinanza da parte di cittadini stranieri negli ultimi anni. Dure le parole dell’onorevole forzista, secondo cui il provvedimento servirà a mantenere nel nostro paese immigrati regolari nullafacenti purché in condizioni di povertà.

L’allarme della Caritas

Tra proclami e dichiarazioni al limite del razzismo, si inserisce l’allarme lanciato proprio ieri dalla Caritas. Nel suo rapporto 2018, l’istituto ha sottolineato un aumento della povertà del 182% dagli anni pre crisi. Una situazione che secondo Don Francesco Soddu, merita delle risposte. La povertà, afferma il rappresentante dell’istituzione, non è solo una questione economica, è anche isolamento, fragilità, paura del futuro.

In proposito è intervenuto Luigi Di Maio che ha ancora una volta difeso le misure del governo sulla povertà non mancando di lanciare una stoccata a Bruxelles e alle opposizioni di governo, aspramente critiche sui provvedimenti che stanno per essere posti in atto dall’alleanza gialloverde.