Vittorio Sgarbi non è mai stato tenero nei confronti dell'attuale governo. Molto spesso, però, l'oggetto delle sue invettive è stato il Movimento Cinque Stelle. Le sue parole durissime contro Luigi Di Maio hanno già fatto la storia della legislatura in corso. Oggi, però, pur ribadendo la sua stima nei confronti di Matteo Salvini, per quella che lui definisce "energia positiva", manifesta un punto di vista critico anche nei confronti della politica della Lega. Il riferimento va alla questione immigrazione e alla regolamentazione della stessa, disciplinata dal nuovo decreto sicurezza che ha fatto andare su tutte le furie numerosi sindaci ed amministratori locali.
Sgarbi ha voluto fare un appello al leader della Lega attraverso un post sulla sua pagina Facebook che esprime il suo punto di vista.
Favorevole all'accoglienza
Vittorio Sgarbi, in recenti apparizioni televisive, non ha mai fatto mistero di stare dalla parte del sindaco di Riace Mimmo Lucano. Il piccolo centro, in provincia di Reggio Calabria, è stato per anni un modello di accoglienza dei migranti, grazie alla capacità di integrazione e al ripopolamento di un territorio che andava ormai verso la totale desertificazione se non fosse stato per la presenza di decine di extracomunitari inseriti all'interno di un meccanismo diventato celebre a livello internazionale. Sgarbi continua a considerare Lucano un esempio e invita Salvini ad ascoltare anche le parole del sindaco di Gualdo Tadino, definito "laico nonostante l'appartenenza al Pd".
E l'appello finale è molto chiaro: "lo invito a dialogare con i sindaci, al di là delle loro posizioni politiche, e con il mondo cattolico che si ispira al Papa, capo di quella chiesa che egli dice di rispettare".
Sgarbi parla anche degli italiani
Sgarbi ci tiene a sottolineare che l'esperienza del suo punto di vista esula dall'ideologia politica.
E colpisce la parte del suo scritto in cui si tuffa in un'analisi quasi sociologica di come gli italiani vedano gli stranieri. Sgarbi pone l'accento sul fatto che persino chi è di sinistra o comunque vicino a quella parte politica si guarderebbe dall'assumere colf, badanti a aiutanti domestiche di origine rom; ma gli stessi non si sono mai preoccupati di avere in casa filippini o srilankesi, regolari o meno.
Quella che sembra un'accusa è in realtà un tentativo di porre in evidenza come l'eventuale grado di istintivo razzismo non è altro che un qualcosa di percepito verso qualcuno che viene considerato pericoloso e non il risultato di una semplice percezione del diverso.
E poi c'è una parte in cui sembra quasi tirare fuori un cliché, riguardante la poca inclinazione degli italiani verso alcuni mestieri. "Non c’è nessuna “sostituzione: l’esperienza dei sindaci di Gualdo Tadino e Riace indica semplicemente la risposta a situazioni di necessità o alla indisponibilità di cittadini italiani a servizi umili", scrive il noto critico d'arte,