Dopo il richiamo a Roma per consultazioni dell'ambasciatore Christian Masset (era dal 1940 che non accadeva qualcosai simile), il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha subito espresso fermamente la sua posizione.

Oltre a dirsi preoccupato, il Capo dello Stato ha ammesso la necessità di preservare e difendere strenuamente la relazione d'amicizia con la Francia, la cui frattura (eventualmente) sarebbe dannosa soprattutto per l'Italia.

I temi dello scontro

Una guerra diplomatica a tutti gli effetti quella che si sta consumando tra i due Paesi dell'Unione europea; attacchi, accuse, vilipendi che hanno gravemente minato il rapporto con lo stato di Macron, già in agitazione per le continue sommosse dei gilet gialli che turbano la tranquillità (seppure apparente) di un popolo alle prese con i problemi più comuni, ordinari e straordinari, e delle sue istituzioni.

Dal famoso "affaire Caen" sui confini marittimi tra Italia e Francia siglato nel 2015 e mai ratificato dal Parlamento italiano e, di conseguenza, mai entrato in vigore, al tema dell'immigrazione tanto caro allo Stato italiano che condanna la Francia di Macron dopo aver chiuso le frontiere a Ventimiglia impedendo l'accesso a migliaia di persone in cerca di rifugio e di speranze di una vita migliore. Una diatriba, questa, cominciata lo scorso giugno, quando la nave Aquarius rimane ferma nelle acque a seguito della dichiarazione di Salvini di mantenere serrati i porti italiani

Due poli in mezzo ai quali si leggono numerose altre fratture che, con il passare delle settimane, sembrano farsi più pesanti da sostenere e sanare, rendendo sempre più difficile un compromesso, ad una stretta di mano, un armistizio che possa finalmente ristabilire l'ordine e la fiducia tra le due regioni.

Ma quali sono queste fratture? Innanzitutto il caos in Libia, che per il governo italiano è il risultato della Politica francese attuata in questa parte di mondo, in riferimento alla destituzione del presidente Muammar Gheddafi a seguito dell'intervento militare francese nel 2011. Poi, scoppia il cosiddetto "caso Clavière" (in Piemonte): migliaia di essere umani bloccati al confine dalla polizia francese e, stavolta, è Salvini a sottolineare l'atteggiamento ostile di Macron.

La tensione aumenta ulteriormente dopo l'arresto di Cesare Battisti. È ancora Salvini a condannare la Francia per aver accolto da anni terroristi e delinquenti fuggiti dall'Italia. A questa lunga lista si aggiunge lo scontro sui cantieri: Fincantieri propone l'acquisto dei Chantiers de l'Atlantique e la questione viene sottoposta all'attenzione della Commissione europea da parte di Francia e Germania prendendo di sorpresa l'Italia.

Nei giorni scorsi, l'incontro di Di Maio e Di Battista con i gilet gialli, in cerca di un'alleanza in vista delle europee, ha rappresentato un altro tassello in questa lunga guerra diplomatica.

E, per finire, la Tav Torino-Lione che tanto agita gli animi degli uni e degli altri. In mezzo le controversie interne allo stesso governo gialloverde, con la Lega favorevole a portare avanti l'opera e il Movimento Cinque Stelle di Di Maio assolutamente contrario, considerandola una spesa troppo cara e inutile per gli italiani che impiegano sei ore da Pescara a Roma, per l'assenza di una linea diretta con la capitale.

La preoccupazione di Mattarella

Se da un lato, il Presidente del Consiglio minimizza gli alterchi franco-italiani ammettendo che il rapporto con la Francia non è in discussione, dall'altro, Sergio Mattarella, di ritorno dall'Africa - dove aveva tenuto un discorso al Parlamento dell'Angola - ha espresso grande preoccupazione per una situazione che sta degenerando nel peggiore dei modi.

Il Capo dello Stato, infatti, ammonisce il governo gialloverde e invita a ripristinare il clima di fiducia che da anni esiste "fra due Paesi amici e alleati", affermando che è necessario trovare rapidamente un rimedio, per evitare che l'Italia finsica per trovarsi in uno stato di isolamento totale.