La nave Mare Jonio, con a bordo 49 migranti, ha raggiunto Lampedusa. Dopo il salvataggio al largo delle coste libiche, la nave ha fatto rotta verso l'Italia, facendo richiesta per un 'porto sicuro'. L'imbarcazione, tuttavia, ha violato l'ordine della Guardia di Finanza di non entrare in acque territoriali italiane, ordine basato sulla direttiva Salvini, e perciò ora è in attesa di un'autorizzazione per l'attracco.

Divergenze con i libici

La nave aveva raccolto 49 migranti davanti le coste libiche nella giornata di ieri e aveva fatto rotta verso Lampedusa, chiedendo un 'porto sicuro' alle autorità italiane.

Dichiarazioni all'Ansa del portavoce della Marina libica Ayob Amr Ghasem, però, rivelano una divergenza con la guardia costiera libica, sopraggiunta con una pattuglia dopo la segnalazione da parte dell'Ong di un gommone carico di migranti. Questa pattuglia ha scoperto che la segnalazione è avvenuta solo dopo l'intervento della Mare Jonio; secondo quanto sostiene la stessa Ong, la motivazione di questo intervento risiede nelle condizioni dei migranti, che necessitavano di un salvataggio rapido. Ma il portavoce ha affermato che questa azione 'è scorretta', anche in virtù dell'autorità ricoperta dalla guardia costiera libica nelle sue acque territoriali.

Il viaggio verso l'Italia

Dopo aver effettuato il salvataggio in acque libiche, avvertendo solo in un secondo momento le autorità locali, la Mare Jonio ha fatto rotta verso Lampedusa.

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini lamenta che, durante il viaggio, la nave non avrebbe preso in considerazione un possibile attracco nei porti tunisini o nei porti maltesi; si dice inoltre contrariato riguardo alla violazione dell'ordine delle fiamme gialle di non entrare in acque territoriali italiane. In questo momento, la nave si trova davanti a Lampedusa, sorvegliata da tre motovedette, due della Guardia di Finanza e una della Guardia Costiera.

Il ministro Salvini afferma di essere pronto ad arrestare i responsabili della Ong e sta portando avanti le verifiche sulle irregolarità della nave durante il tragitto, insieme al ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio e al premier Giuseppe Conte. Di Maio afferma che un nuovo caso Diciotti non si presenterà e assicura una soluzione nel breve termine, oltre che la salvaguardia di tutte le vite umane presenti a bordo dell'imbarcazione. Intanto, l'Ong si difende dicendo di non voler seguire le direttive di Salvini ma i diritti umani, appellandosi alle convenzioni internazionali.