Tensione ai massimi livelli tra gli alleati di governo M5S e Lega dopo la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del Sottosegretario leghista alle Infrastrutture, Armando Siri, accusato di corruzione dalla procura di Roma. Lui si dichiara estraneo ai fatti e il suo leader Matteo Salvini gli conferma piena fiducia. I pentastellati, al contrario, sia per bocca di Luigi Di Maio che di Alessandro Di Battista, hanno chiesto la testa di Siri. In post post pubblicato ieri sul suo profilo Facebook, il redivivo Dibba ha confermato la sua piena fiducia nell’esecutivo gialloverde, ma a patto che Siri si dimetta “il prima possibile”.

Concetto ribadito e rafforzato oggi, con un attacco senza precedenti nei confronti dei salviniani, accusati apertamente di minacciare di far cadere il governo Conte per colpa di un presunto potere ricattatorio del potente Sottosegretario. Il capitano leghista, poi, viene caldamente invitato a chiarire le sue ragioni, invece di perdere tempo a mangiare bombolotti alla crema.

Il post al vetriolo di Alessandro Di Battista contro la Lega

Dopo avere invocato, insieme a Luigi Di Maio, le dimissioni immediate di Armando Siri - viste le gravissime accuse di corruzione che gli vengono mosse per aver presumibilmente concordato una mazzetta da 30mila euro con un imprenditore legato in qualche modo a persone considerate vicine al boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro -, Alessandro Di Battista torna alla carica della Lega e lo fa a testa bassa, come un toro.

L’arena dello scontro sono, come spesso capita di questi tempi, i social network. Nel post pubblicato oggi sul suo profilo Facebook, Dibba si chiede retoricamente perché i leghisti stiano minacciando di far cadere il governo, “pur di difendere un Sottosegretario indagato per corruzione”. Il numero due del Movimento, ultimamente finito un po’ ai margini, ricorda come attualmente ci sia da affrontare la crisi in Libia (di cui accusa la Lega di essere uno dei responsabili per aver avallato l’aggressione a Gheddafi all’epoca del governo Berlusconi), si debbano risarcire i cittadini truffati dalle banche e ci sia bisogno di approvare una legge sul salario minimo.

‘Questi tirapiedi di Salvini minacciano di far cadere il governo’

E, invece, chiosa infuriato, “questi tirapiedi di Salvini minacciano di far cadere il governo” perché il Ministro delle Infrastrutture del M5S, Danilo Toninelli, ha deciso di togliere le deleghe ad Armando Siri, definito da Alessandro Di Battista come un “soggetto indagato per essersi messo a disposizione” di un imprenditore ritenuto vicino ad un’altra persona, ritenuta a sua volta legata a Matteo Messina Denaro.

Di Battista non sembra avere dubbi sulla veridicità dell’inchiesta su Siri, non prova nemmeno a mettere in dubbio la sua colpevolezza. Anzi, si chiede quanto sia davvero potente il Sottosegretario molto legato a Matteo Salvini. “Quante cose conosce se per difenderlo i leghisti minacciano la caduta del governo?”, prosegue poi nel suo durissimo atto d’accusa. E, per concludere, prende direttamente di petto Salvini il quale, a suo modo di vedere, “tra gli gnocchi di semolino e un bombolotto alla crema”, dovrebbe spiegare le ragioni della “puerile difesa” di Siri.