La crisi in Libia è in fase di peggioramento. La guerra produce morti, feriti e tiene i civili in uno stato penoso. Tra i caduti si contano civili, bambini e operatori sanitari. Una condizione allarmante sottoscritta da tutte le fonti autoritarie che si occupano del caso, fonti come l'Onu e L'Ocha.

Ferraj e Haftar continuano a darsi battaglia nonostante i morti e feriti

La guerra in Libia continua a produrre morti, a cadere: oltre ai combattenti vi sono anche civili, tra i quali bambini e personale medico. Una situazione allarmante che getta le basi per nuove crisi umanitarie e migratorie.

Salgono già a 13500 le persone che sono state sfollate, di queste 4000 solo nelle ultime 24 ore. Dati che riporta l'Ocha (ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari). Dati ancora più preoccupanti se pensiamo che nella comunicazione l'agenzia segnala di cinque ambulanze messe fuori gioco a causa dei proiettili e 3 operatori sanitari rimasti uccisi a causa degli scontri. Così scrive L'Ocha: "La comunità umanitaria è preoccupata per l'aumento del numero di vittime civili, tra cui personale medico". Sembrano vani gli appelli di quelli che, pur non aderendo agli scontri, non possono sottrarsi ai pericoli che la guerra comporta. A fare richiesta di evaquazione dalle zone colpite dai conflitti armati sarebbero stati, secondo l'ONU, 3900 persone.

Una richiesta vana, appunto, perché non si è potuto effettuare il trasferimento di questi civili in zone più sicure. Più esattamente la percentuale è di 8 persone su 10 lasciate nelle terre infestate dalla guerra contro la loro volontà.

La guerra e le sue vittime

Intanto la guerra continua a infuriare da entrambi i fronti, in varie località.

L'esercito del governo riconosciuto con a capo Fayez al-Sarraj ha colpito una base nemica a Gharian. A sua volta l'Esercito Nazionale del generale Khalifa Haftar ha attaccato il campo di Sadawi a Ein Zara, sempre nei pressi della capitale Tripoli. L'attacco delle truppe del generale Haftar per fortuna non ha fatto vittime, ma il bombardamento ha toccato anche un campo per migranti.

Questi aggiornamenti sono stati pubblicati dall'Libya Observer su Twitter. La notte di scontri ha fatto sì che gli uomini del generale prendessero il comando della città di el Azizia, situata a circa 50 km dalla capitale, riuscendo così a sfondare il fronte a sud di Tripoli. Uno scontro molto violento dunque, che comprende razzi, artiglieria pesante e raid aerei. Uno scontro che ha fatto già 100 morti, tra i quali 28 sono bambini, e oltre 500 feriti. Tra i feriti - riferisce all'Ansa il presidente dell'Associazione Medici Stranieri in Italia (Amsi) Foad Aodi, anche consigliere dell'ordine dei medici di Roma - si contano anche 200 bambini. Lo stesso Foad Aodi, che in questi giorni è in stretto contatto con gli ospedali libici, tratteggia in questo modo il quadro della situazione ospedaliera in Libia: "Sono al collasso e sono triplicate le richieste di operare in italia i bimbi feriti".