La Lega ha accolto l'appello di Leonardo Campanale, presidente dell’associazione ‘Controllo di vicinato’ e ha deciso di assegnare alla Commissione affari costituzionali di Montecitorio una proposta di legge che punti ad istituzionalizzare il modello della sicurezza partecipata. La proposta vede come primo firmatario il deputato Alex Bazzaro (ma quasi l'intero gruppo alla Camera l'ha sottoscritta).
La proposta
Nessuna ronda e nessuna indagine. Solo un controllo informale dell'area di residenza ed una forte cooperazione tra cittadini e istituzioni in modo da prestare la dovuta attenzione a tutte quelle situazioni anomale che per i motivi più diversi possono generare apprensione.
La Lega si sta impegnando ad istituzionalizzare la realtà sempre più frequente della sicurezza partecipata. Dal 2009, anno di nascita dell'associazione ‘Controllo di vicinato’ hanno aderito al programma 61.879 famiglie appartenenti a quasi 500 comuni che hanno formato quasi 2000 gruppi, Il partito del Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha chiesto quindi che la Repubblica riconosca - attuando gli articoli 2, 3, 18 e 118 della Costituzione - una realtà sociale che è espressione di partecipazione dei cittadini e di sussidiarietà orizzontale.
Lo Stato, dunque, dovrebbe impegnarsi, attraverso la stipulazione di appositi protocolli di intesa, a promuovere la conoscenza, lo sviluppo ed un adeguato radicamento sul territorio delle iniziative e delle attività di controllo di vicinato.
Inoltre, dovrebbe fare in modo che gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado organizzino progetti di "sperimentazione didattica ed educativa" relativamente al controllo di vicinato.
I controlli di vicinato
Le sentinelle volontarie legate all'associazione ‘Controllo di vicinato’ (ispirato alle importanti esperienze di 'neighborhood watch' inglesi) rappresentano una rete di sostegno silenziosa, ma fondamentale contro i crimini del territorio: i controllori, attraverso segnalazioni di individui o movimenti sospetti su gruppi WhatsApp, rendono più sicuri e vivibili i quartieri.
In campo, nel corso degli ultimi anni, sono scesi nonni, papà, mamme e giovanissimi. Diventare un "controllore di vicinato" è semplice: è sufficiente compilare un modulo inserendo i propri dati personali e consegnarlo alle forze dell'ordine. Poi, si può "entrare in azione" informando il coordinatore del gruppo cittadino (l'unico che ha rapporti con gli agenti di polizia) di eventuali movimenti sospetti.
Il sistema appare "ben oliato" e, soprattutto si è dimostrato un buon deterrente (gli esperti dell'organizzazione assicurano che l'’incidenza dei reati predatori è calata fino al 70 per cento). Antonio Sbordone, questore di Reggio Emilia ha commentato: "E' un'esperienza positiva. Un maggior coinvolgimento abbassa la percezione di insicurezza che è il nostro più grande nemico".