Dopo una misteriosa assenza dai circuiti televisivi durata più di due mesi, Alessandro Di Battista torna al centro dell'attenzione politica. Lo fa partecipando ad "Accordi e Disaccordi", il programma di Scanzi e Sommi sul Nove. Lì ha rivelato che alle prossime Elezioni politiche si ricandiderà: dunque fra 4 anni, o anche prima, se il Governo non dovesse reggere sino alla naturale scadenza del mandato.
Di Battista si candiderà nuovamente
Alessandro Di Battista, dopo una lunga "sparizione" partita in concomitanza della decisione di non far processare Salvini e delle dure sconfitte nelle elezioni regionali patite dal Movimento 5 Stelle (non si sa se le cose siano state collegate, ma è oggettivo il fatto che siano state contemporanee), ora torna sulla scena Politica.
L'ex deputato dei 5 Stelle lo fa partecipando ad "Accordi e Disaccordi" di Andrea Scanzi e Luca Sommi, sul Nove.
Per la prima volta ha dichiarato di volersi ricandidare alle elezioni politiche. Lo farà insomma tra 4 anni, se il Governo dovesse durare per tutto il mandato, oppure appena sarà necessario in caso contrario. Specifica però che il capo politico del Movimento rimarrebbe comunque Luigi Di Maio, e non ha alcuna intenzione di prendere il suo posto. Si andrebbe insomma soltanto ad aggiungere alla rosa dei deputati pentastellati. Nega invece categoricamente la possibilità di candidarsi come Sindaco di Roma poiché, a suo dire, non ne sarebbe all'altezza.
Sul caso Siri e sulla volta che 'spiò' Scalfari e Zanda
Di Battista ha colto l'occasione dell'intervista anche per spiegare la sua visione del caso Siri. Ha dunque ribadito che non gli interessa quale sarà la conclusione dell'indagine, ma non è questo il punto focale della questione. A suo modo di vedere il premier Conte ha colto bene la vicenda, invitando Siri a dimettersi.
Infatti il vero problema, sempre secondo lui, è che Siri avrebbe utilizzato la propria posizione politica per favorire degli emendamenti che sarebbero andati a favore di Arata, il che è grave al di là dei risultati che avrà poi l'indagine.
Per concludere il pentastellato ha quindi raccontato un curioso aneddoto avvenuto alcuni anni fa, quando il M5S era ancora agli inizi.
Allora Di Battista non era ancora famoso, e dunque nessuno lo riconosceva. Per caso, dunque, andò a mangiare in un ristorante con la sua fidanzata. Destino volle che nelle vicinanze, poco dopo, si andarono a sedere Eugenio Scalfari, Luigi Zanda e altri politici. Facendo finta di niente Di Battista si mise ad ascoltare, e scoprì così che tutti, in quell'altro tavolo, parlavano dei 5 Stelle come dei ragazzotti senz'arte né parte: un vero pericolo per la democrazia. "Ci descrivevano come dei trogloditi, degli unni, dei barbari".