In questi giorni si sta svolgendo a Torino il Salone internazione del libro, ovvero la più importante manifestazione italiana nel campo dell'editoria. Si svolge nel centro congressi del Longotto Fiere, a Torino, una volta all'anno proprio nel mese di maggio. La presenza della casa editrice Altaforte, legata a Casapound, ha suscitato non poche polemiche da parte degli altri partecipanti.
Matteo Salvini si dichiara antifascista
Francesco Polacchi, 33 anni, è il fondatore della casa editrice Altaforte che negli ultimi giorni è al centro di un vespaio di polemiche.
Secondo Repubblica Polacchi avrebbe dichiarato: "Il vero male italiano è l'antifascismo", commentando così tutto il clamore mediatico nato intorno alla partecipazione della sua casa editrice alla kermesse torinese. Dopo il collettivo Wu Ming, un pezzo dell'estrema sinistra che ha deciso di boicottare il Salone del libro di Torino, anche Carla Nespolo (presidente dell'Anpi nazionale) ha annullato la sua partecipazione all'evento. Tutto questo a causa della presenza dello stand di Altaforte, casa editrice di stampo sovranista vicina a Casapound. Tra i libri esposti da Altaforte c'è "Io sono Matteo Salvini" ad opera di Chiara Giannini.
Dato che il vicepremier leghista è, in qualche modo, coinvolto in questa vicenda sono in molti i giornalisti che gli hanno chiesto di commentare quanto sta accadendo a Torino e se, per caso, ha in programma una visita alla Fiera.
Salvini, però, al contrario di quanto si potesse pensare ha deciso di non partecipare alla manifestazione del libro commentando così: "Non fatemi fare anche l'organizzatore di saloni di libri...la cultura è sempre cultura da qualsiasi parte venga...fatemi fare il ministro dell'Interno e non quello della Cultura". Alle incessanti domande degli intervistatori, Salvini, si è lasciato andare a un commento che francamente nessuno si aspettava: "Io sono antifascista, antinazista, antirazzista e tutto l'anti possibile".
Il cambio di direzione di Salvini
Salvini dunque si è dichiarato antifascista. Fatto che però, vuoi per opportunismo elettorale vuoi per negligenza, il 25 aprile scorso si è scordato di essere bollando la festa come: "Un derby tra fascisti e antifascisti", in parole povere una manifestazione alla quale lui non c'entrava nulla.
Non solo, in quell'occasione ha anche aggiunto: "Bisogna uscire dal vecchio dibattito fascisti-comunisti". A distanza di due settimane, dunque, il capo del Carroccio sembra aver cambiato radicalmente idea, spostandosi molto più a sinistra di quanto si potesse pensare fino a ieri. Eppure, l'anno scorso, si è fatto fotografare allo stadio mentre indossava un capo d'abbigliamento della Pivert, sempre riconducibile a Casapound e Francesco Polacchi.