Lo stipendio di Fabio Fazio è diventato, da tempo, una questione quasi nazionale. A sollevare il problema è stato il Ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il leader della Lega ha fatto sapere che non gli va molto giù che un conduttore televisivo a libro paga di un'azienda pubblica guadagni in un mese quanto il numero uno del Viminale in un anno, avendo responsabilità sensibilmente diverse. C'è chi, come Massimo Giletti, è stato chiamato ad esprimersi sulla vicenda da una posizione piuttosto scomoda, ossia quella dell'essere un collega del protagonista della questione.
Lo ha fatto da ospite della trasmissione ''Belve'', in onda su Nove e condotta da Francesca Faggiani. La sua opinione è stata spiegata senza peli sulla lingua ed evitando la spiegazione di concetti banali. Giletti non ha fatto mistero di non ritenere così congruo il compenso percepito da Fazio per un conduttore della Rai, enumerando anche i motivi del suo punto di vista.
Lo stipendio di Fazio per Giletti è eccessivo
Massimo Giletti riguardo a Fabio Fazio sembra allinearsi al pensiero di Matteo Salvini ed a quello di diversi esponenti dell'attuale governo riguardo alla necessità di porre dei limiti ai compensi che vengono percepiti dai conduttori e giornalisti alle dipendenze della Rai. Quello percepito dal conduttore di "Che tempo fa?" è un compenso a sei zeri, ritenuto eccessivo da Giletti, almeno stando alle sue parole.
"Una tv di stato - evidenzia - dovrebbe avere un tetto massimo. Mi sorprendo vedendo certe cifre incredibili". Occorre ricordare che, da qualche anno, in Rai esistono dei tetti che, però, possono essere sforati con degli escamotage legal. Lucia Annunziata, ad esempio, non ebbe remore nell'additare pubblicamente Fazio per aver aggirato la norma.
Anche le produzioni nel mirino
Ed è probabilmente su questo punto che Massimo Giletti sembra porre l'accento quando fa riferimento ad altre figure che entrano in gioco al momento delle trattative per i compensi. "C'è - incalza - chi ha procuratori molto bravi e riesce a fare dei contratti sui quali qualche punto interrogativo me lo pongo".
Tra le cose che di Fazio non convincono il conduttore di "Non è l'arena" c'è la possibilità avuta di condurre e produrre il proprio programma attraverso l'ausilio di società esterne: “Mi lascia basito. Io non riuscivo a fare avere cento euro in più ai miei collaboratori, visto anche i grandi successi che avevamo". Quando gli si chiede, eventualmente, di accertare delle responsabilità su quanto avviene preferisce glissare: “Non mi compete più. Basta l'intelligenza di chi legge e di chi vede le carte per darsi una risposta".