Secondo Diego Fusaro, la capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, e la giovane ambientalista svedese, Greta Thunberg, rappresenterebbero le due facce della stessa medaglia capitalista. Il filosofo sovranista, ma di idee marxiste e gramsciane, si avventura in questo spericolato paragone tra l’eroina delle Ong, e di quelle che lui stesso definisce con disprezzo le “sinistre fucsia”, e il simbolo costruito a tavolino della lotta per lo sviluppo sostenibile e contro i cambiamenti climatici. Una assimilazione delle due donne destinata sicuramente a far discutere, ma di cui Fusaro non sembra avere dubbi.

Sono i padroni del capitale a muovere i fili di questo falso “ribellismo”.

L’opinione di Diego Fusaro su Carola e Greta

Ma cosa hanno in comune la capitana della Sea Watch, la tedesca Carola Rackete, e l’attvista ambientalista svedese, Greta Thunberg? Apparentemente nulla. La prima lotta per consentire il libero accesso dei migranti in Europa, la seconda per convincere i governi mondiali a ridurre le emissioni di gas nocivi per il pianeta. Secondo Diego Fusaro, invece, le due ragazze sarebbero, forse inconsapevolmente, al servizio degli stessi “padroni”. Nell’editoriale pubblicato domenica 7 luglio sul quotidiano online affaritaliani.it. Il filosofo sovranista parla di Carola come “ribelle ideale dei padroni”, amata dal capitale.

Quello rappresentato dalla ricca tedesca sarebbe il medesimo “ribellismo” di cui si è resa protagonista nei mesi scorsi Greta Thunberg. Ovvero un modo di ribellarsi al sistema “ritagliato su misura per le esigenze del padronato cosmopolitico”. Insomma, sia Carola che Greta lavorerebbero in favore del capitalismo imperante, altro che rivoluzionarie.

Il filosofo sovranista 'spiega' l’intervista rilasciata a Repubblica da Carola

Fatta questa necessaria premessa sulla comunità di intenti o, quantomeno, di risultati, tra Carola Rackete e Greta Thunberg, Diego Fusaro sposta il tiro delle sue critiche solo sulla capitana della Sea Watch. Per metterla alla berlina, è proprio il caso di dirlo, il filosofo cultore di Hegel passa in rassegna il contenuto della recente intervista rilasciata da Carola al quotidiano “turbomondialista” Repubblica.

Per prima cosa la bolla come “emblema delle sinistre fucsia nemiche dei lavoratori”, la quale ha dichiarato di essere “ambientalista”, “atea” e di sentirsi “cittadina europea” e non tedesca. Tre definizioni che fanno infuriare Fusaro, visto che non può esistere ambientalismo “senza lotta di classe”, mentre l’ateismo sarebbe “coessenziale al libero mercato”. Negativo anche il giudizio sul ripudio di Carola della propria cittadinanza di origine. Ma quello che più turba il filosofo è l’idea manifestata dalla capitana sul fatto che “gli Stati della Ue dovrebbero essere costretti ad accettare la redistribuzione dei richiedenti asilo”. Il classico esempio, conclude la sua invettiva Diego Fusaro, di “invocazione della potenza repressiva della Ue” esclusivamente a “vantaggio del padronato”.