Il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, convocato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e svoltosi nella serata di ieri, si è concluso dopo circa tre ore di intense discussioni e tentativi di nuove ulteriori intese. Tre miliardi di risorse per il taglio del cuneo fiscale nel prossimo anno, l'introduzione nella legge di Bilancio di un fondo per la famiglia e l'abolizione del superticket sono alcuni degli accordi che la maggioranza giallorossa ha acclamato all'unanimità. In sostanza, si è cercato di limare al massimo le distanze e gli attriti tra democratici e pentastellati, nonché per dare più corposità alla manovra finanziaria.

Sembrerebbe, invece, che non sia stato affrontato il tema della lotta all'evasione fiscale.

A suscitare un intenso e serrato dibattito tra il Movimento Cinque Stelle e il neo partito fondato da Matteo Renzi, Italia Viva, è Quota 100, la riforma recante il logo della Lega, inserita nella legge di Bilancio 2018, che prevede il pensionamento anticipato con almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione.

La riunione del Movimento Cinque Stelle

Intanto i grillini, in seno al loro capo politico, Luigi Di Maio, hanno preso coscienza dei punti e delle clausole che devono essere necessariamente inserite nella prossima manovra finanziaria. Fra essi spicca Quota 100 e, in ciò, il Ministro degli Esteri va contro le dichiarazioni di Luigi Marattin, il quale sostiene che Italia Viva punta seriamente all'abolizione totale della riforma leghista.

Secondo quanto afferma il renziano, il provvedimento legislativo che permette la pensione anticipata è una Politica ingiusta, "perché spende risorse ingenti a carico dei giovani lavoratori". "Proponiamo - precisa ancora Marattin - di rendere strutturale l'Ape social, per consentire il prepensionamento a chi ha svolto lavori gravosi e usuranti".

Tuttavia Di Maio ribadisce categoricamente che "quota 100 non si tocca perché non voglio altri esodati e non farò mai ciò che ha fatto la Fornero".

Ed ecco lo scontro tra il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle, laddove il primo parla non tanto di depennamento, quanto piuttosto di rimodulazione atta al guadagno di risorse indispensabili nel taglio del cuneo fiscale.

Quanto ai cinque stelle, Di Maio gode dell'appoggio incondizionato della ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, la quale si appella all'accordo posto in essere e raggiunto con i sindacati.

Il Consiglio dei ministri

Tra stasera e domani mattina è previsto il Consiglio dei ministri con al centro il Documento programmatico di bilancio, quale ossatura della manovra contenente la griglia degli interventi con gli effetti di spesa e di gettito, il quale entro la mezzanotte di domani sera dovrà essere inviata alla Commissione Europea e all'Eurogruppo. Il 20 ottobre, termine che tuttavia non è perentorio, è il giorno in cui il disegno di legge della manovra finanziaria dovrà approdare alle Camere.