Nella puntata di venerdì 22 novembre della trasmissione "Otto e Mezzo" su La7 è intervenuto Gianni Cuperlo, ex parlamentare e attualmente dirigente del Partito Democratico, il quale si è soffermato su numerosi temi di attualità Politica, in particolare riguardo al futuro del Governo M5S-Pd e ai compiti delle forze di centrosinistra.

Cuperlo sul M5S: 'Devono chiarire cosa vogliono essere, la terza via è velleitaria, non porta da nessuna parte'

Cuperlo ha inizialmente detto: "Il voto della piattaforma Rousseau sulle regionali, ha smentito la linea di Di Maio come capo politico del M5S.

E' interessante capire qual è il problema attuale di quel movimento: che cosa vuol essere il M5S? Noi come PD ad agosto abbiamo fatto la scelta non facile di scegliere di governare che loro, che avevamo osteggiato. Quello non voleva essere un ribaltone di palazzo o un patto di potere, se fosse così gli italiani ci manderanno a casa quanto prima. Ma qualcosa di diverso. E invece la linea che sta tenendo Di Maio non aiuta a chiarire questo aspetto, è illogico essersi alleati in Umbria dove l'esito delle elezioni era scontato e non farlo invece in Emilia dove la partita è aperta".

Aggiungendo sullo stesso tema: "Di Maio dice che loro sono una terza via, ma quella è una linea velleitaria che non porta da nessuna parte.

Non c'è lo spazio politico per quello. Il M5S deve definire dove vuol andare, perché da quello dipende la sorte del Governo, della Legislatura e del Paese. Hanno una grande responsabilità, rappresentano il 33% del Parlamento, non possono buttare la palla in tribuna".

Gianni Cuperlo: 'Non possiamo ancorarci ai simboli, ora serve un campo progressista, democratico, largo e civico'

Cuperlo ha poi affermato: "Il Governo ha vara una Manovra che non era scontato fare. Noi non siamo troppo capaci di raccontare le cose in positivo. Veniamo raccontati come quelli che hanno fatto una manovra tutta tasse, mentre abbiamo evitato 27 miliardi di tasse agli italiani.

(...) Ad ottobre a San Giovanni il centrodestra è finito per come lo abbiamo conosciuto: Berlusconi è diventato marginale ed è nata una destra che si offre al Paese con una proposta. Di fronte a quella destra, noi siamo al Governo con una maggioranza nata in modo rocambolesca, solo il PD è un argine a quell'onda, però da solo non basta. Dobbiamo costruire un campo progressista, democratico, largo, civico che sia competitivo: questo è il tema".

L'ex deputato è stato interpellato sulla possibilità che il PD possa cambiare nome, dicendo: "Siamo immersi nel più profondo cambio d'epoca della nostra storia recente. Cambia il mondo, il modo di produrre, l'economia e la cultura, noi puoi ancorarti a un simbolo.

Può essere ragionevole che la sinistra metta in discussione sé stessa, per una radicalità che oggi passa anche per la riscoperta di parole, termini e di concetti. Serve una redistribuzione non solo di ricchezze ma anche di potere. Non solo quale nome debba avere questa forza, ma so che dobbiamo dare vita a un campo democratico in grado di fronteggiare la destra, altrimenti di fronte alle difficoltà di milioni di persone ci sarà una piegatura a destra, perché quella è la risposta più semplice e immediata".

Cuperlo ha poi affermato: "Noi come PD nello scorso week-end a Bologna siamo tornati a interloquire con tante forze che da anni non lo facevano con noi. L'80% delle persone erano esterne al PD.

Aspettavamo 800 persone, ne sono arrivate oltre tremila. Questo Paese rischia l'osso del collo, il declino italiano ci mette tutti nella condizione di trovare nuove ricette. La produttività è ferma da 20 anni, il reddito medio pro-capite è lo stesso di 25 anni fa, produciamo lo stesso di 15 anni fa. Per questo abbiamo riunito dalla Confindustria fino ai sindacati. Occorre riscrivere le categorie con cui rileggere il futuro, serve una sinistra e un centrosinistra che si candida a portare il Paese fuori dal tunnel. Se vince la destra è un pericolo per il Paese e per la sua tenuta".

Cuperlo sulle 'sardine': 'Il mio partito non avrebbe portato così tanta gente in piazza, è positivo che si mobilitino'

Infine Cuperlo ha chiuso con una battuta sul cosiddetto movimento delle 'sardine' ammettendo: "Se quella piazza di Bologna l'avesse convocata il mio partito non ci sarebbe stata tutta quella gente, va riconosciuto. Quella piazza è un fatto positivo, perché tanti giovani si mobilitano per difendere valori e principi".

Poi ha spiegato: "Fra i modi per interloquire con loro ne dico uno: occorre elevare l'obbligo scolastico a 18 anni, come ha fatto il Portogallo, che in poco tempo hanno ridotto del 30% la dispersione scolastica e del 40% coloro che non lavorano e non studiano. E' una riforma a costo zero, questo governo la faccia e migliaia di quei ragazzi apprezzeranno quel provvedimento".