È notizia di questi giorni che ArcelorMittal è pronta a lasciare Taranto e l'ex Ilva sulla base della revoca del cosiddetto scudo penale. Una situazione per la quale Carlo Calenda, intervistato da L'aria che tira, ha puntato il dito contro diverse figure della politica, con particolare riferimento alla senatrice del Movimento Cinque Stelle Barbara Lezzi. Un fatto che ha suscitato le proteste dell'europarlamentare Dino Giarrusso che ha lamentato l'assenza di contraddittorio nell'uscita dell'ex Ministro..

Lo scudo di cui si parla è una sorta di immunità penale, derivante ad una norma del 2015, successiva al sequestro giudiziario del 2012 dell'Ilva, che assicurava protezione legale a gestori e futuri gestori dell'azienda relativamente all'attuazione del piano ambientale della fabbrica.

In sostanza si evitava che chi avesse responsabilità sulla fabbrica da quel momento in avanti potesse restare coinvolto in procedimenti giudiziari legati al passato, considerato quello dell'inquinamento dell'Ilva un problema atavico. Venuta meno questa norma, ArcelorMittal sembra orientata a salutare e ad andare via.

Calenda contro le ambizioni della Lezzi

Calenda, intervistato da Myrta Merlino, prova a fare un po' di storia dello scudo. "Quando, ad un certo punto, i Cinque Stelle ed il governo con Salvini votano per l'abolizione, Mittal gli dice che i capi di reparto non si assumono responsabilità, dunque lo reinseriscono ad agosto. Poi viene levato da questo governo con il voto decisivo del Partito Democratico e di Renzi".

Allora Calenda sceglie di scendere nel dettaglio delle ultime vicende dopo l'intervento di Myrta Merlino che evidenzia come la senatrice Lezzi, con un gruppo di senatori, abbia presentato un emendamento che è stato inserito nel Dl Imprese.

"La Lezzi - tuona Calenda - si vuole candidare a governatrice della Puglia. La fabbrica più importante d'Europa per l'acciaio, più importante del Mezzogiorno, l'investimento degli ultimi quarant'anni (4,2 mld) nel Mezzogiorno salta per le ambizioni politiche di Barbara Lezzi.

Il che dice lo stato di questo governo, ma soprattuto lo stato di confusione de progressisti. Dal M5S, invece, mi aspetto qualunque cosa".

Giarrusso contro l'assenza di contraddittorio per Calenda

Dino Giarrusso, europarlamentare del Movimento Cinque Stelle, ha inteso manifestare il suo malcontento per quello che, a suo avviso, sarebbe stato un modus operandi scorretto nella costruzione del programma.

"La prima cosa che voglio dire - ha sottolineato - è che non mi sembra minimamente corretto che il signor Calenda venga lì e parli totalmente senza contraddittorio, tirando più volte in ballo la senatrice Barbara Lezzi che non ha possibilità di replicare e difendersi". "È - ha incalzato Giarrusso - una questione di stile, siamo tutti a bravi a parlare di qualcuno senza che quel qualcuno c'è".

Pronta è arrivata la replica di Myrta Merlino, soprattutto riguardo alla senatrice pentastellata tirata in ballo: "Barbara Lezzi era stata invitata questa mattina". E non manca la risposta piccata rispetto alla scelta di interpellare l'ex Ministro Carlo Calenda: "Ho scelto di farlo io personalmente, perché credo che Carlo Calenda sia la persona che conosce meglio in assoluto il dossier Ilva. Non avevo voglia di fare polemica politica stamattina. Volevo capire cosa stava accadendo, una cosa che mi sta molto più a cuore della polemica politica. Glielo dico con franchezza".