L’inchiesta sulla fondazione Open, aperta a Firenze, ha costretto Matteo Renzi ad una controffensiva Politica, mediatica e giudiziaria su larga scala. Sul piano politico, il fondatore di Italia Viva nega che i bilanci siano falsificati e rassicura sulla trasparenza di tutte le operazioni compiute da Open. Sul piano mediatico, l’ex Premier è costretto a difendersi da un fuoco di fila di accuse che va da destra a sinistra. Le bordate più pesanti nei sui confronti arrivano infatti da giornali come La Verità, ma anche da L’Espresso e Fatto Quotidiano.
Renzi risponde con una serie di tweet in cui attacca tutti: giudici, politici e giornalisti. Ma, soprattutto, annuncia querele a pioggia contro il direttore del Fatto Marco Travaglio, contro il settimanale di sinistra e contro il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro.
A schierarsi senza se e senza ma dalla sua parte è, invece, Vittorio Feltri. Il fondatore di Libero cinguetta alcune frasi sui social e verga un editoriale in cui dipinge il rottamatore come vittima di una Tangentopoli che non sarebbe mai finita da quel lontano 1992.
Vittorio Feltri si schiera con Matteo Renzi: ‘Metodi sbrigativi usati dalla magistratura’
Se la maggior parte dei mass media non sembra voler fare sconti a Matteo Renzi in merito all’inchiesta fiorentina sulla fondazione Open, non altrettanto duro si dimostra Vittorio Feltri.
In un editoriale scritto per il ‘suo’ quotidiano Libero il 29 novembre, uno dei decani del giornalismo italiano propone la teoria che Tangentopoli, ovvero l’inchiesta milanese denominata Mani Pulite, non sia in realtà mai finita. E l’ex Segretario del Pd rappresenterebbe soltanto “l’ultimo della lista dei presunti reprobi”.
A detta di Feltri, infatti, dopo oltre 20 anni dall’apertura di una inchiesta bollata come la “più devastante svoltasi nel nostro disgraziato Paese”, la magistratura italiana continuerebbe ad utilizzare con piena disinvoltura dei “metodi sbrigativi” per condurre le sue indagini. Lo scopo delle toghe, accusa Vittorio Feltri, sarebbe solo quello di “incastrare politici più o meno in vista”.
E, in questo caso, Matteo Renzi rappresenterebbe semplicemente “l’ultimo della lista dei presunti reprobi”.
‘Politica ridotta a riserva di caccia per i pm’
Le accuse rivolte dalla procura di Firenze a Matteo Renzi e ai suoi familiari sarebbero basate su “questioni poco chiare” secondo Vittorio Feltri. Questioni però non così “oscure” da far scoppiare uno “scandalo” di tali dimensioni che, secondo il direttore, sarebbe “sostenuto solo da chiacchiere e non da fatti concreti”. Feltri bacchetta i colleghi giornalisti per aver infilato anche il fondatore di Italia Viva nel “tritacarne mediatico”. E ricorda a tutti come, già in passato, diversi politici sono stati messi alla “gogna”, tacciati come “delinquenti”, salvo poi venire scagionati da tutte le accuse.
Il caso della fondazione Open, poi, sarebbe emblematico perché sarebbe stato trattato dai media”in modo vergognoso”. Feltri si ribella alla realtà di una sfera politica ridotta, secondo lui, a “riserva di caccia per i pm”, i quali sarebbero esclusivamente in cerca di una ribalta mediatica.