Paolo Becchi, filosofo e professore di filosofia del diritto, attraverso il suo profilo Twitter, segnala quelle che, a suo avviso, sono le criticità del Decreto rilancio. Le centinaia di pagine con cui il governo, presieduto da Giuseppe Conte, ha riassunto le misure finalizzate a rimettere in sesto il Paese con l'emergenza sanitaria in atto non convincono il filosofo ed editorialista di Libero. A suo avviso, il torto della strategia messa a punto è la mancanza di progettualità per il futuro che a assomigliare i provvedimenti ad una sorta di "milleproroghe".

Secondo Becchi, Decreto rilancio somiglia a un milleproroghe

In gergo politico con "Decreto milleproroghe" si individuano una serie di provvedimenti contenuti in un decreto legge con cui si specificano delle disposizioni urgenti da mettere in atto entro la fine dell'anno. Uno strumento eccezionale che rischia di mettere in campo strategie momentanee ed in qualche caso effimere. Il fatto che Paolo Becchi assimili la cosa al Decreto Rilancio, presentato nella serata del 13 maggio, suona come una vera e propria critica nei confronti dell'esecutivo presieduto da Giuseppe Conte. Secondo il filosofo, infatti, ciò che rappresenta il "vero problema" della strada che è stata individuata per il Paese sarebbe la mancanza di ciò che Becchi definisce "visione di paese".

"Assomiglia - scrive Becchi - ad un mille proroghe dove c'è dentro di tutto, ma non c'è un progetto che guarda al futuro".

Becchi puntualizza la proroga della fase emergenziale

Il Decreto rilancio mette molta carne al fuoco.

La necessità di dare risposte ad una vastissima fetta della popolazione e dell'economia d'altronde ha imposto la scrittura di centinaia di pagine. Il rischio è che, di fronte a tante informazioni da recepire, si possa finire per non prenderne in considerazione alcune. C'è, però, un punto su cui Becchi non si spiega come in tanti non ne abbiano preso contezza.

"Ma è possibile - si chiede in un altro tweet - che nessuno si sia reso conto del fatto che nel decreto-legge Rilancio è previsto il prolungamento sino a gennaio 2021 dello stato di emergenza?".

La proroga dello stato di emergenza legati ai noti problemi sanitari apre spazio a potenziali dibattiti legati all'emanazione della disposizioni. In particolare continua a rendere possibili i Dpcm del presidente del Consiglio, che tanto hanno fatto discutere nelle ultime settimane.

Proprio il presidente del Consiglio Conte era finito nel mirino dell'opposizione per l'utilizzo dei Dpcm senza passare dal Parlamento. Il premier aveva definito la scelta come quella più 'agile' e 'rapida' in una fase particolarmente acuta dei problemi che hanno attanagliato l'Italia sul fronte sanitario.