Giuseppe Conte, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza presto interrogati in procura a Bergamo. Il presidente del Consiglio, il ministro dell’Interno e quello della Salute verranno ascoltati dai magistrati che indagano sulla mancata istituzione di una zona rossa nei paesi di Nembro e Alzano. Chiusura che, secondo le accuse, avrebbe contribuito ad evitare una diffusione così massiccia del Coronavirus in Lombardia. Nei giorni scorsi il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, entrambi della Lega, sono stati sentiti dai pm bergamaschi come persone informate dei fatti.

Lo stesso iter che vede ora come protagonisti Conte, Lamorgese e Speranza.

La procura di Bergamo interrogherà Giuseppe Conte e due ministri

Anche se non è ancora stata fissata una data precisa, la procura di Bergamo ha deciso di ascoltare come persone informate dei fatti il premier Conte e due ministri del suo governo, Lamorgese e Speranza. L’inchiesta, come già accennato, è quella aperta dai magistrati bergamaschi per verificare se le decisioni politiche ed amministrative prese verso la fine di febbraio scorso, ovvero quelle di non dichiarare zona rossa i paesi di Nembro e Alzano, siano state corrette. Anche alla luce del fatto che, il successivo 7 marzo, tutta la Lombardia è stata chiusa.

Anche Fontana e Gallera sono stati ascoltati dai pm bergamaschi

Dunque, sembra chiara l’intenzione dei pm di Bergamo di approfondire la questione zona rossa anche parlandone faccia a faccia con Giuseppe Conte, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza, dopo che nei giorni scorsi avevano fatto lo stesso con i vertici della Regione Lombardia.

Anche Attilio Fontana e Giulio Gallera hanno fatto il loro ingresso in procura come persone informate dei fatti. Ne sono poi usciti qualche ora dopo, confortati dalle dichiarazioni della procuratrice Maria Cristina Rota, secondo la quale l’eventuale istituzione di una zona rossa sarebbe una “decisione governativa”.

Lo scontro tra il governo Conte e la Regione Lombardia

Insomma, Fontana e Gallera respingono al mittente tutte le accuse di una loro incapacità nel gestire l’emergenza coronavirus e, anzi, buttano la palla nel campo del governo Conte. La contesa tra le due istituzioni riguarda il potere di istituire le zone rosse. È vero infatti che è stato il governo a dichiarare tutta l’Italia ‘zona protetta’ l’11 marzo. Ma subito dopo furono le Regioni a istituire zone rosse più piccole. È altrettanto assodato, però, che sia il governo di Roma che quelli regionali hanno per legge la possibilità di farlo. Il problema dei magistrati di Bergamo, dunque, resta quello di capire se, e in caso di chi, è stata la responsabilità della mancata istituzione della zona rossa nella bergamasca tra il 3 e il 9 marzo. Per questo ora Conte i suoi ministri verranno interrogati in procura.