Matteo Salvini è arrabbiato con la Guardia di Finanza e con i magistrati che conducono l’inchiesta sui camici a Milano, ma anche con le toghe di Pavia che indagano sui test sierologici dell’azienda Diasorin. Entrambe le procure lombarde hanno disposto l’acquisizione del contenuto del telefono cellulare di Giulia Martinelli, ex moglie del leader della Lega e madre della loro figlia. La donna, che al momento non risulta indagata, ricopre l’incarico di capo segreteria del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Quest’ultimo, invece, è indagato nell’inchiesta milanese sui camici.
La reazione di Salvini a questa notizia è veemente: “Telefonerò a Mattarella”.
I magistrati ordinano il sequestro del telefono della ex moglie di Salvini
È lo stesso Matteo Salvini, durante un’intervista rilasciata al Tg2, a raccontare quanto accaduto alla ex moglie. Il leader del Carroccio premette di vedere in poche occasioni la figlia. Per questo motivo telefonerebbe ogni mattina, alle 8:05, alla ex moglie per dare il buongiorno alla bambina e sentire come vanno le cose. Telefonata effettuata anche il 24 settembre, senza però ricevere risposta da parte della donna. A quel punto, prosegue nel suo acconto, dopo aver riprovato a chiamare sia alle 9 che alle 10 del mattino, ha iniziato ad arrabbiarsi, ma anche a preoccuparsi.
Il racconto di Matteo Salvini: ‘Arrivata la Finanza a casa’
Sempre secondo la sua versione dei fatti, dopo l’ora di pranzo avrebbe ricevuto una chiamata da parte di una collega della ex consorte, la quale lo ha avvertito che Giulia Martinelli non aveva più il suo telefono. Il motivo? Anche se non risulta indagata in alcuna inchiesta della magistratura, per il solo fatto di lavorare alla regione Lombardia “è arrivata la Finanza a casa e in ufficio" per sequestrarle il telefonino.
Salvini non accetta quanto avvenuto, lamentandosi del fatto che ad una cittadina venga tolto un telefono che contiene “affari suoi e miei”. Comprese le fotografie scattate con la figlia e le chat con i nonni.
L’appello al presidente Mattarella
Un modo di agire, quello dei magistrati, “non degno di un Paese civile”, sottolinea Matteo Salvini nell’intervista al Tg2.
Insomma, commenta stizzito, neanche a un mafioso viene riservato un trattamento così”. Lo sfogo del leader leghista prosegue poi con la "sfida" lanciata ai magistrati a processare lui per il presunto reato di sequestro di persona contro i migranti. “Ma quando entrate in casa mia mi inc… come un bufalo”, aggiunge. Salvini chiude il suo intervento annunciando di voler telefonare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella speranza che "non portino via" anche il suo telefono, ironizza. Mattarella, infatti, “sarebbe teoricamente” il capo della magistratura, e Salvini è ansioso di sapere direttamente da lui “se è normale che l’Italia funzioni così”.