Sabino Cassese contro il governo Conte sul tema della proroga dello stato di emergenza. Il presidente emerito della Corte Costituzionale, ospite su La7 della trasmissione Omnibus, condotta da Alessandra Sardone, punta il dito contro la gestione dell’emergenza coronavirus da parte del governo giallorosso. A suo modo di vedere, infatti, l’allungamento del periodo dell’emergenza rappresenterebbe una “proroga dell’incapacità e dell’impotenza” governativa nel fronteggiare le situazioni in maniera “ordinaria”. Insomma, attacca Cassese, “emergenza non c’è, quindi siamo in una situazione che era largamente prevista”.

Sabino Cassese contrario alla proroga dello stato di emergenza

Cassese si pone una domanda secca: “Proroga dell’emergenza o proroga dell’impotenza? O, peggio ancora, proroga dell’incapacità?”. Il giurista specifica di volersi porre questa domanda perché, a suo modo di vedere, “emergenza non c’è, quindi siamo in una situazione che era largamente prevista. Si sapeva che ci sarebbe stata una recrudescenza dei contagi, perché la vita ricomincia e quindi il coronavirus circola”. Secondo Cassese, dichiarare uno stato di emergenza in questa situazione rappresenta “qualcosa di eccessivo, non serve per fronteggiare questa situazione”. Ma sarebbe utile solo perché “all’interno della macchina statale c’è una impotenza ad affrontare i problemi ordinari”.

Cassese: ‘Stato di emergenza una scorciatoia’

Cassese ricorda che nel nostro Paese c’è stato sempre bisogno di “dichiarare un’emergenza o qualcosa di eccezionale per fare le cose ordinarie”. Mentre, al contrario, in tanti altri Paesi del mondo non è stato dichiarato lo stato di emergenza. Si tratta di “interrogativi naturali” che ci si dovrebbe porre “ogni volta che si ricorre a queste scorciatoie” perché non si è capaci di agire con le regole ordinarie.

Alessandra Sardoni domanda se “tecnicamente, dichiarare la proroga dello stato di emergenza è la chiave per procedere attraverso i Dpcm”, oppure se consente di dare la possibilità alla Protezione civile e ai commissari come Domenico Arcuri di agire, visto che senza l’emergenza non ci si potrebbe muovere.

La critica al premier Conte

“Certamente la dichiarazione dello stato di emergenza fondamentalmente serve, all’interno della macchina statale, per esercitare dei poteri che non possono essere esercitati altrimenti”, spiega Cassese. E allora, si chiede polemicamente il presidente emerito della Corte Costituzionale, “c’era tutto il tempo, perché non si introducono delle forme più rapide, ordinarie per affrontare questa questione?”. Poi, Cassese ricorda che il premier Conte “ha già spiegato in Parlamento che i suoi poteri non dipendono dallo stato di emergenza”. E, in modo particolare, il potere di emanare i Dpcm. Quindi, prosegue, “la dichiarazione dello stato di emergenza serve a sveltire delle procedure che non si ha l’intelligenza e il coraggio di sveltire in maniera ordinaria”. Il professore conclude il suo intervento criticando la “durata eccessiva” dell’emergenza che, secondo lui, “è un fatto negativo perché crea uno stato di tensione nella società italiana”.