Matteo Renzi disponibile ad appoggiare il governo Conte-ter, ma mettendo il veto sui nomi di diversi ministri del governo dimissionario. In alternativa, il leader di Italia viva sognerebbe un duo a Palazzo Chigi formato da Mario Draghi e Marta Cartabia, sostenuto da una maggioranza ‘Ursula’ con l’astensione della Lega di Matteo Salvini. Non si tratta di dichiarazioni ufficiali di Renzi, ma di un retroscena pubblicato il 30 gennaio sul quotidiano Il Giornale da Augusto Minzolini. L’ex direttore del Tg1 e parlamentare, riporta voci di corridoio raccolte in parlamento e dipinge l’ex segretario Pd come impegnato a dare lui le carte di questa crisi Politica.

Conte pronto ad accettare il ‘nemico di ieri’ Renzi

Augusto Minzolini comincia il suo lungo retroscena sulla crisi di governo parlando di Giuseppe Conte, il premier dimissionario che, a suo giudizio, sarebbe “disposto a tutto” pur di “restare seduto sulla poltrona a cui si è incollato”. Per questo motivo, nel giro di poche ore, Conte sarebbe passato dalla ricerca spasmodica di "responsabili" disposti a votargli la fiducia, promettendo persino al senatore Ciampolillo di diventare vegano, all’opera di convincimento nei confronti del M5S finalizzata a convincere tutti i pentastellati ad accettare una nuova alleanza con il “nemico di ieri” Matteo Renzi.

Caduto il veto del M5S su Renzi

A causa delle pressioni di Conte, racconta Minzolini, il M5S rappresentato dal reggente Vito Crimi sarebbe salito al Quirinale per le consultazioni eliminando il veto su Renzi.

Per non parlare della presunta sfuriata di Rocco Casalino contro chi stava attaccando Renzi per la storia delle consulenze in Arabia Saudita. “La possibilità di mantenere Conte a Palazzo Chigi è legata a lui, per cui che ci frega delle sua gite in Arabia?”, avrebbe detto a denti stretti il capo ufficio stampa del premier. Il veto pentastellato su Renzi è dunque caduto, nonostante le proteste dell’ala dura del Movimento.

In particolar modo, è stato Alessandro Di Battista a minacciare addirittura di lasciare il M5S, ma per il momento non ha messo in atto il suo intento.

Il leader di Iv tentato da un governo Draghi-Cartabia

Ma, a questo punto, sarebbe il leader di Iv a non fidarsi più di Conte.

“Quell’uomo è un rebus”, avrebbe chiosato il senatore toscano secondo Minzolini. Lo stesso Renzi vestirebbe ora i panni dell’Amleto di Shakespeare, fa notare il giornalista. Un Conte-ter potrebbe anche andargli bene, ma escludendo dalla compagine governativa il ministro dell’Economia in quota Pd, Roberto Gualtieri, quello pentastellato della Giustizia, Alfonso Bonafede, la collega di partito Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione, ma anche il commissario straordinario all’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri. Ma questa mossa rischierebbe comunque di farlo rimanere “ingabbiato” tra Conte e Casalino. Per questo, conclude Minzolini, Renzi sarebbe tentato dall’ipotesi alternativa di un governo Cartabia-Draghi, sostenuto da una maggioranza ‘Ursula’ con l’astensione della Lega.