Alessandro Di Battista come Che Guevara. Anzi, per la precisione, l’esponente pentastellato sarebbe più simile a un “Che Guevara di Roma Nord”. A coniare questo soprannome è il quotidiano Repubblica all’indomani della chiusura definitiva di Di Battista a un accordo di governo del M5S con Matteo Renzi. Il capo politico reggente dei grillini, Vito Crimi, durante le consultazioni con Sergio Mattarella, ha assicurato la disponibilità del Movimento a sedersi nuovamente al tavolo della trattativa con Italia viva. A quel punto, però, sono scoppiati diversi mal di pancia tra i cosiddetti "ortodossi" con "Dibba" che ha addirittura minacciato su Facebook di dire “arrivederci e grazie” ai suoi compagni.

Tuttavia è l’accostamento del politico romano con il guerrigliero argentino prestato alla rivoluzione cubana, a far saltare sulla sedia il segretario generale del Partito Comunista, Marco Rizzo.

Alessandro Di Battista contrario all’accordo con Renzi

Sta facendo discutere, rischiando secondo alcune voci di spaccare il M5S, la durissima presa di posizione di Alessandro Di Battista. Con un post su Facebook, l’esponente pentastellato ricorda innanzitutto che, il 12 gennaio scorso, aveva avvertito tutti che, se Matteo Renzi e i suoi avessero deciso di “aprire una crisi di governo reale in piena pandemia, nessun esponente del Movimento dovrebbe mai più sedersi a un tavolo, scambiare una parola, o prendere un caffè con questi meschini politicanti”.

Crisi di governo poi effettivamente scoppiata, con il Movimento compatto a dire "mai più con Renzi". Ma ora che le cose sono cambiate, Di Battista rivendica di non aver “cambiato opinione”.

Di Battista: ‘Renzi accoltellatore professionista’

A suo modo di vedere, infatti, tornare ad accordarsi con il leader di Iv sarebbe un “grande errore politico e storico”.

Per Alessandro Di Battista, inoltre, il senatore toscano non sarebbe altro che un “accoltellatore professionista” che, se dovesse tornare al governo con più potere di prima, sferrerebbe ancora più coltellate a Conte, imponendo veti oppure indirizzando i soldi del Recovery plan “verso lobbies che da sempre rappresenta”. Insomma, parla chiaro Di Battista, nel caso in cui il M5S dovesse tornare sui suoi passi, lui assicurerebbe il suo appoggio.

In caso contrario, però, “arrivederci e grazie”.

Il paragone con il Che e la reazione di Rizzo

La minaccia di Di Battista di lasciare il Movimento ha scatenato la polemica politica, facendo schizzare il nome del pentastellato tra i trend di Twitter. La notizia del giorno viene poi ripresa anche dal quotidiano Repubblica, che gli dedica un approfondimento, definendolo appunto il “Che Guevara di Roma Nord”. Paragone dissacrante secondo il comunista Marco Rizzo che twitta in maniera telegrafica ma sarcastica: “Ogni volta che qualcuno chiama Di Battista il Che Guevara di Roma Nord, un cubano muore”.